Il Sutra del Loto, considerato nella tradizione mahayana l’insegnamento nel quale il Budda rivela la pienezza della sua Illuminazione, è la descrizione, largamente allegorica, dell’interazione del Budda Shakyamuni con una grande assemblea di discepoli. Nel capitolo undicesimo del Sutra si legge che una magnifica “Torre Preziosa” emerge improvvisamente dalla terra. È talmente imponente da sconcertare gli astanti ed è adorna di sette tipi di gioielli. Il termine “Torre” è la traduzione di stupa, una struttura a forma di cupola che – tradizionalmente – veniva eretta per ospitare le reliquie del Budda.
Non appena l’assemblea attonita alza lo sguardo, dall’interno della torre si ode una voce che loda Shakyamuni attestando la verità del suo insegnamento. Shakyamuni apre la torre e al suo interno appare il Budda Molti Tesori che visse e morì in un tempo incalcolabilmente remoto.
Shakyamuni spiega che questa torre preziosa appare nell’universo ovunque si predichi il Sutra del Loto, poi entra nella torre e si siede al fianco di Molti Tesori. La torre e l’intera assemblea si sollevano nello spazio dove, nella “Cerimonia nell’Aria”, si manifestano altri eventi straordinari. Tutto ciò non è che la spiegazione, attraverso simboli e metafore, dell’incommensurabile natura di Budda inerente alla vita di tutti gli esseri viventi.
Nel Buddismo, l’Illuminato (il Budda) rappresenta l’ideale di sviluppo e perfezione massima dell’essere umano. Shakyamuni, con la sua grande compassione, saggezza e coraggio, incarna questo ideale, diventando un modello per i suoi seguaci. Dopo la sua morte però, l’insegnamento si ammantò di misticismo e si cominciò a considerare la Buddità come un obiettivo praticamente irrealizzabile, separato dalla realtà concreta, semmai in contrasto con la banalità dell’esistenza umana.
Gli insegnamenti di Nichiren Daishonin (1222-82) invece si basano sulla premessa, contenuta nel Sutra del Loto, che la Buddità è una parte integrante della vita di tutte le persone e che noi siamo in grado di manifestarla così come siamo. L’emergere dalla terra della Torre Preziosa può essere interpretato come la spiegazione dell’effettiva relazione fra l’ideale impalpabile della Buddità e la vita di tutti i giorni.
Per Nichiren la Torre Preziosa simboleggia la realtà ultima, che egli identificò con Nam-myoho-renge-kyo. Il Budda Molti Tesori rappresenta il mondo di Buddità. Questa sublime realtà è eterna e sempre esistita, ma si manifesta solo in determinate condizioni. Il Budda Shakyamuni qui rappresenta un Budda mortale, o la Buddità attiva e manifesta in questo transitorio mondo reale. L’atto di Shakyamuni di sedersi accanto a Molti Tesori rappresenta il fatto che questi due aspetti del Budda, quello eterno e quello transitorio, sono in realtà la stessa cosa.
In una lettera ai suoi seguaci, Nichiren Daishonin spiega dove si trova questa realtà ultima, essa esiste nella profondità della vita di tutte le persone. Egli scrive: «Nell’Ultimo giorno della Legge non esiste altra torre preziosa che gli uomini e le donne che abbracciano il Sutra del Loto» (RSND, 1, 264).
Gli attributi e le caratteristiche del Budda esistono già nella vita di ciascun individuo: l’intento del Sutra del Loto e la missione di coloro che lo abbracciano è attivarle dalla profondità della vita e portarle nel mondo. Il Sutra del Loto mette in connessione queste due realtà. Il Daishonin formulò la recitazione di Nam-myoho-renge-kyo come mezzo per praticare il Sutra del Loto – per permettere alla torre preziosa di emergere dalla nostra vita. Come strumento per questa pratica, iscrisse un mandala – il Gohonzon – che dipinge la Cerimonia nell’Aria in caratteri cinesi, ed è la rappresentazione della natura di Budda presente in tutte le cose.
Nichiren Daishonin descrive i sette tipi di gioielli che adornano la torre preziosa, come le virtù di: «ascoltare l’insegnamento corretto, credere in esso, osservare i precetti, meditare, praticare assiduamente, rinunciare ai propri attaccamenti e riflettere su se stessi» (ibidem, 264). Molto significativamente, queste qualità non attengono alla figura di un Budda maestoso, ma piuttosto ad una persona che lotta per ottenere la Buddità. Ed è proprio attraverso lo sforzo e la lotta che le caratteristiche della natura di Budda, insita nella nostra vita, si manifestano.
Vedere la torre preziosa vuol dire riconoscere la nostra innata natura di Budda, vuol dire sostenere ed avere consapevolezza della grande dignità della nostra vita e di quella degli altri. Essenzialmente è proprio la fede nella natura innata di Budda ciò che distingue un “Budda” da un “comune mortale”.
Come scrive il Presidente della Soka Gakkai Internazionale Daisaku Ikeda: «La “torre adornata dei sette tipi di gioielli” è il grande e nobile aspetto originale della nostra vita.”

(dalla rivista SGI Quarterly luglio 2012 )

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