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89. Gli elementi essenziali per conseguire la Buddità

RSND, VOLUME I

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Luogo sconosciuto, 1276. Indirizzata a Soya Jiro, prete laico

Il capitolo “Espedienti” del primo volume del Sutra del Loto afferma: «La saggezza dei Budda è infinitamente profonda e incommensurabile»1. Un commentario afferma che il letto del fiume della realtà viene definito «infinitamente profondo» perché non ha limiti e che l’acqua della saggezza viene definita «incommensurabile» perché è difficile misurarla2.

    Il sutra e il commentario non vogliono forse significare che la via che conduce alla Buddità risiede all’interno dei due elementi di realtà e saggezza? Realtà è la vera natura di tutti i fenomeni e saggezza significa illuminare e manifestare questa vera natura. Quando il letto del fiume della realtà è infinitamente largo e profondo, l’acqua della saggezza vi scorre incessantemente. Quando realtà e saggezza si fondono, si ottiene la Buddità nella propria forma presente.

      I sutra esposti precedentemente al Sutra del Loto non possono condurre alla Buddità perché sono insegnamenti provvisori ed espedienti che separano la saggezza dalla realtà. Il Sutra del Loto, invece, le unisce in un’unica entità. Esso afferma che i Budda aprono la porta della saggezza del Budda a tutti gli esseri viventi, la mostrano, fanno sì che essi si risveglino a essa e li inducono a imboccarne il sentiero. Comprendendo questa saggezza del Budda si consegue la Buddità3.

        Questa illuminazione interiore del Bud­da va ben oltre la comprensione degli ascoltatori della voce e dei pratyekabuddha. Perciò il capitolo “Espedienti” prosegue affermando: «Nessuno tra gli ascoltatori della voce o tra i pratyekabuddha è in grado di comprenderla»4. In cosa consistono dunque questi due elementi di realtà e saggezza? Sono semplicemente i cinque caratteri di Nam-myoho-renge-kyo. Shakyamuni convocò i Bodhisattva della Terra per affidare loro questi cinque caratteri che costituiscono l’essenza del sutra. Questo è l’insegnamento che fu trasmesso ai bodhisattva che erano stati discepoli del Budda sin dal remoto passato.

          Il Sutra del Loto afferma che il Bodhisattva Pratiche Superiori e gli altri appariranno nei primi cinquecento anni dell’Ultimo giorno della Legge per propagare i cinque caratteri, che rappresentano i due elementi di realtà e saggezza. Il sutra lo spiega perfettamente. Chi potrebbe dunque dubitarne? Io, Nichiren, non sono il Bodhisattva Pratiche Superiori né il suo inviato, ma li precedo, diffondendo i cinque caratteri per preparare la strada. Il Bodhisattva Pratiche Superiori ricevette l’acqua della saggezza della Legge mistica dal Tathagata Shakyamuni per farla scorrere nella terra arida della vita delle persone nel malvagio mondo dell’ultima epoca. Questa è la funzione della saggezza. Shakyamuni trasmise questo insegnamento al Bodhisattva Pratiche Superiori e ora Nichiren lo sta propagando in Giappone. La trasmissione degli insegnamenti si divide in due categorie: generale e particolare. Se tu confondi anche minimamente il generale con il particolare5, non sarai mai in grado di conseguire la Buddità e vagherai nella sofferenza per infinite trasmigrazioni di nascita e morte.

            Per esempio, gli ascoltatori della voce al tempo del Budda Shakyamuni avevano ricevuto i semi della Buddità da Shakyamuni stesso nel lontano passato, quando egli era il sedicesimo figlio del Budda Grande Saggezza Universale. Perciò, se essi seguono Amida, Maestro della Medicina o qualsiasi altro Budda, non potranno ottenere l’illuminazione. Per fare un altro esempio, se qualcuno porta a casa acqua dal grande mare, tutta la sua famiglia potrà usarla. Se essa ne rifiutasse anche una sola goccia e andasse a cercare acqua in altri grandi mari, sarebbe estremamente sciocca e in errore. Allo stesso modo, se uno dimentica il maestro originale che gli portò l’acqua della saggezza dal grande mare del Sutra del Loto e ne segue invece un altro, sicuramente sprofonderà nelle sofferenze infinite di nascita e morte.

              Si dovrebbe abbandonare perfino il proprio maestro, se questi è in errore, sebbene non sia sempre necessario. Si dovrebbe decidere sia in base ai princìpi del mondo sia a quelli del Buddismo. I preti dell’Ultimo giorno della Legge sono ignoranti dei princìpi buddisti e presuntuosi, perciò disprezzano il maestro e adulano i credenti laici che fanno loro offerte. I preti veri sono quelli onesti, che desiderano poco e sanno esserne soddisfatti. Il primo volume di Parole e frasi del Sutra del Loto afferma: «Coloro che devono ancora raggiungere la verità dovrebbero essere umili davanti al supremo principio, che è paragonabile al cielo e sentirsi in imbarazzo davanti a tutti i santi. Allora sarebbero monaci veramente modesti. Quando daranno prova di discernimento e saggezza, saranno veri monaci».

                Il Sutra del Nirvana afferma: «Se un buon monaco vede qualcuno distruggere l’insegnamento e non se ne cura, non lo rimprovera, lo espelle o lo punisce per la sua offesa, dovresti comprendere che quel monaco sta tradendo l’insegnamento del Budda. Ma se espelle il distruttore della Legge, lo rimprovera o lo punisce, allora questi è un mio discepolo, un vero ascoltatore della voce». Dovresti imprimerti bene in mente le parole “vede” e “non se ne cura” che compaiono in questa frase. Sia il maestro che il discepolo cadranno sicuramente nell’inferno di incessante sofferenza se, vedendo dei nemici del Sutra del Loto, non se ne curano e mancano di rimproverarli. Il Gran Maestro Nan-yüeh dice che «cadranno nell’inferno insieme a quelle persone malvagie»6. Sperare di conseguire la Buddità senza denunciare le offese alla Legge è vano come tentare di trovare l’acqua in mezzo al fuoco o il fuoco in mezzo all’acqua. Per quanto sinceramente una persona creda nel Sutra del Loto, se è colpevole di non aver rimproverato un’offesa alla Legge cadrà sicuramente nell’inferno, così come una sola zampa di granchio può rovinare mille vasi di lacca. Questo è il significato del passo del sutra: «Perché il veleno è penetrato profondamente ed essi hanno perduto il senno»7.

                  Il sutra afferma: «Le persone che avevano udito la Legge dimorarono in varie terre del Budda, rinascendo di continuo insieme ai loro maestri»8 e «Se una persona sta vicino ai maestri della Legge, conseguirà rapidamente la via del bodhisattva. Se studia seguendo questi maestri, vedrà Budda in numero pari alle sabbie del Gange»9.Un commentario dice: «Colui che in origine seguendo questo Budda ha concepito per la prima volta il desiderio della via, seguendolo nuovamente raggiungerà lo stadio di non regressione»10. Un altro commentario dice: «All’inizio una persona ha seguito questo Budda o bodhisattva e ha creato un legame con lui, e così sarà grazie a questo Budda o bodhisattva che egli conseguirà il suo scopo»11. Soprattutto assicurati di seguire il tuo maestro originale in modo da poter conseguire la Buddità. Il Budda Shakyamuni è il maestro originale di tutte le persone, e in più possiede le virtù di sovrano e genitore. Poiché io ho esposto questo insegnamento, sono stato esiliato e quasi ucciso. Come dice il proverbio: «Un buon consiglio irrita l’orecchio». E tuttavia non sono scoraggiato. Il Sutra del Loto è il seme, il Budda il seminatore e la gente il campo. Se vai contro questi princìpi, neppure io potrò salvarti nella tua prossima vita.

                    Con profondo rispetto,

                      Nichiren

                        Il terzo giorno dell’ottavo mese del secondo anno di Kenji (1276)

                            Cenni Storici

                            Nichiren Daishonin scrisse questa lettera per un seguace laico che viveva nel villaggio di Soya, nella provincia di Shimosa. Il suo nome, completo del titolo, era Soya Jiro Hyoe-no-jo Kyoshin, e si pensa che fosse un funzionario della corte suprema dello shogunato di Kamakura che si era convertito agli insegnamenti del Daishonin intorno al 1260, divenendo uno dei suoi principali sostenitori in quella zona, insieme a Toki Jonin e Ota Jomyo.

                            Nel 1271 Soya si fece prete laico col nome buddista di Horen Nichirai, conferitogli dal Daishonin, e costruì due templi, in uno dei quali visse fino alla morte, sopraggiunta nel 1291, all’età di sessantotto anni.

                            In questa lettera il Daishonin cita dapprima il capitolo “Espedienti” del Sutra del Loto, e dichiara: «La via che conduce alla Buddità risiede all’interno dei due elementi di realtà e saggezza», dove “realtà” è la verità fondamentale che la Legge permea tutti i fenomeni dell’universo, mentre “saggezza” indica la capacità di percepire e comprendere questa verità. Quando c’è questa saggezza, ovvero quando “l’acqua della saggezza” riempie “il letto del fiume della realtà”, si realizza la fusione di realtà e saggezza, cioè si ottiene l’illuminazione. In altre parole, ci si illumina e si manifesta la Legge nella propria vita.

                            Nam-myoho-renge-kyo è la Legge che unisce realtà e saggezza, il seme della Buddità per tutte le persone, e questa Legge dovrà essere propagata dal Bodhisattva Pratiche Superiori all’inizio dell’Ultimo giorno. Il Daishonin afferma inoltre di essere il primo ad aver intrapreso questa grande missione, intendendo con ciò di essere il maestro originale che condurrà tutte le persone all’illuminazione.

                            Sottolinea poi che qualsiasi maestro o discepolo che rimanga indifferente di fronte a coloro che offendono la Legge cadrà nell’inferno. Ciò equivale a un ammonimento compassionevole riguardo al fatto che ogni credente ha la responsabilità di proteggere l’insegnamento del Budda.

                            Note

                            1. Il Sutra del Loto, cap. 2, p. 65.
                            2. Questo commentario si basa su alcuni passi tratti da Il significato profondo del Sutra del Loto e Annotazioni su “Il significato profondo del Sutra del Loto”.
                            3. Il testo originale giapponese è stata ampliato nella traduzione per maggior chiarezza. Nel secondo capitolo del Sutra del Loto, “Espedienti”, Shakyamuni rivela “l’unica grande ragione” per la quale i Budda fanno il loro avvento in questo mondo, cioè permettere a ogni persona di manifestare la propria intrinseca saggezza del Budda (vedi Il Sutra del Loto, cap. 2, p. 74).
                            4. Il Sutra del Loto, cap. 2, p. 65.
                            5. Generale e particolare: generale (giap. so) significa una visione generale e superficiale, mentre particolare (giap. betsu) si riferisce a una visione più specifica e profonda. Nel ventiduesimo capitolo del Sutra del Loto, “Affidamento”, Shakyamuni trasmette il sutra in generale a tutti i bodhisattva presenti ma, nel capitolo ventunesimo, “Poteri sovrannaturali”, trasmette specificamente l’essenza del sutra, cioè la Legge mistica, al Bodhisattva Pratiche Superiori e agli altri Bodhisattva della Terra.
                            6. Questa frase si trova in Sulle pratiche pacifiche del Sutra del Loto in cui si legge: «Se ci fosse un bodhisattva che protegge le persone malvagie e trascura di castigarle […] allora, quando la sua vita giungerà al termine, cadrà nell’inferno insieme a quelle persone malvagie».
                            7. Il Sutra del Loto, cap. 16, p. 315.
                            8. Ibidem, cap. 7, p. 203.
                            9. Vedi ibidem, cap. 10, p. 240.
                            10. Significato profondo.
                            11. Annotazioni su “Parole e frasi del Sutra del Loto”.
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