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95. Gli otto venti

RSND, VOLUME I

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Luogo sconosciuto, Data sconosciuta. Indirizzata a Shijo Kingo

Ero in pensiero non avendo tue notizie da molto tempo e sono stato veramente felice di ricevere il messaggero che hai inviato con vari doni. Sto per consegnarti un Omamori Gohonzon1.

    Per quanto riguarda il problema del tuo trasferimento in un’altra tenuta, ho analizzato la lettera che hai inviato a me e quella inviata a te dal signore di Ema e le ho messe a confronto. Avevo previsto che sarebbe sorto questo problema prima ancora di ricevere la tua lettera. Visto che per il tuo signore è una questione della massima importanza, suppongo che altri vassalli gli abbiano parlato male di te dicendo: «Il fatto che egli rifiuti di trasferirsi nelle nuove terre è una mancanza di rispetto nei vostri confronti. Esistono molte persone egoiste, ma nessuno lo è più di lui. Vi consiglieremmo di non accordargli altri favori». Tieni bene in mente tutto questo e sii preparato.

      Come vassalli, tu, i tuoi genitori e la tua famiglia avete un grande debito di riconoscenza verso il vostro signore. Inoltre, quando Nichiren incorse nell’ira del governo e l’intero paese lo odiava, egli si è mostrato clemente nei tuoi confronti non prendendo alcun provvedimento contro il tuo clan. A molti miei discepoli fu confiscata la terra dal governo e quindi furono ripudiati o scacciati dalle proprietà dei loro signori. Anche se non ti dimostrasse più alcuna considerazione, non devi serbargli rancore. Non sarebbe forse un errore rifiutare questa nuova proprietà e aspettarsi un ulteriore favore?

        L’uomo saggio merita di esser chiamato tale perché non si lascia sviare dagli otto venti: prosperità, declino, onore, disonore, lode, biasimo, sofferenza e piacere. Non si esalterà nella prosperità né si lamenterà nel declino. Gli dèi celesti sicuramente proteggeranno chi non si piega di fronte agli otto venti, ma se tu nutri un irragionevole rancore per il tuo signore, per quanto tu possa pregarli, essi non ti proteggeranno.

          Ci sono questioni che non si risolvono ricorrendo al tribunale e ci sono anche questioni che si sarebbero risolte senza ricorrere al tribunale e che invece ricorrendovi non si risolvono. Ho riflettuto su come le guardie notturne2 avrebbero potuto vincere la causa e provo molta compassione per loro che si sono viste confiscare la casa e le terre solo perché erano seguaci di Nichiren. Dissi che avrei pregato per loro se non fossero ricorsi in tribunale. Essi acconsentirono e promisero che non l’avrebbero fatto. Quando poi fecero causa, temetti che non avrebbero ottenuto nulla perché in questo periodo c’è tanta gente che non fa che scrivere appelli e ricorsi per complicate controversie legali, e infatti la loro causa è ancora in sospeso.

            Daigaku e Uemon no Tayu3 hanno ottenuto risposta alle loro preghiere perché hanno seguito il mio consiglio. Hakiri4, benché sembri credere nei miei insegnamenti, non ha fatto quello che gli avevo detto riguardo alla sua causa e così mi preoccupavo dei possibili sviluppi. Sembra che l’esito sia stato abbastanza positivo, forse perché lo avevo avvisato che, se non avesse seguito il mio consiglio, avrebbe perso. Ma poiché non mi ha ascoltato fino in fondo, come avrei sperato, il risultato è stato inferiore alle sue aspettative.

              Se i credenti laici e il loro maestro non pregano con la stessa mente, le loro preghiere saranno inutili come voler accendere un fuoco sull’acqua. Anche se pregano con la stessa mente, se per lungo tempo hanno commesso l’errore di attaccare gli insegnamenti superiori, utilizzando quelli inferiori, le loro preghiere non otterranno risposta e infine sia i credenti laici sia il maestro andranno in rovina.

                Myoun era il cinquantesimo capo dei preti della scuola Tendai. Nel quinto mese del secondo anno di Angen (1176) fu punito ed esiliato a Izu dall’ex imperatore5. Ma, mentre era per la strada, a Otsu, venne liberato dai suoi monaci del Monte Hiei e riprese la sua posizione di capo dei preti. Ma l’undicesimo mese del secondo anno di Juei (1183) fu arrestato da [Minamoto no] Yoshinaka6 e decapitato. Fu arrestato e decapitato, ma questo non significa che fosse colpevole. Anche ai santi e ai saggi accadono queste cose.

                  Quando scoppiò la guerra civile tra Yoritomo del clan Minamoto e Kiyomori del clan Taira, più di venti uomini di Kiyomori sottoscrissero una dichiarazione e vi apposero i sigilli: «Considereremo il Monte Hiei come il tempio del nostro clan. Rispetteremo i suoi tremila monaci come i nostri genitori. Le disgrazie del tempio saranno le nostre disgrazie, le gioie del tempio saranno le nostre gioie». Donarono al tempio i ventiquattro distretti della provincia di Omi. Quindi il capo dei preti [Myoun], con una folla di discepoli, eseguì i riti della dottrina della Vera parola per annientare il nemico e ordinò persino ai preti armati di scagliare frecce contro i soldati di Minamoto. Ma Yoshinaka [del clan Minamoto]e uno dei suoi vassalli, Higuchi, con non più di cinque o sei uomini, scalarono il monte e fecero irruzione nella sala principale; trascinarono via Myoun dall’altare sul quale stava pregando per la vittoria, lo legarono con una corda, lo fecero rotolare giù dalla scarpata occidentale della montagna come fosse un grosso sasso e infine lo decapitarono. Nonostante ciò, i giapponesi non rifuggono dalle dottrine della Vera parola e non si sono mai chiesti perché [le loro preghiere rimangono senza risposta].

                    Durante il quinto, sesto e settimo mese del terzo anno di Jokyu (1221), segno ciclico kanoto-mi, la corte imperiale e i guerrieri barbari7 combatterono l’uno contro l’altro8. A quel tempo il Monte Hiei, il To-ji, i sette templi di Nara, l’Onjo-ji e altri templi pregarono la Dea del Sole, il Grande Bodhisattva Hachiman, il Re della Montagna9e altre divinità, eseguendo tutti i migliori riti esoterici della scuola della Vera parola. Quarantuno tra i preti più famosi, incluso l’Amministratore generale del clero Jien, ex capo dei preti della scuola Tendai, e gli amministratori del clero del To-ji, di Omuro10, e del Jojuin dell’Onjo-ji, pregarono ripetutamente per la sconfitta di [Hojo] Yoshitoki.

                      Anche il prelato di Omuro diede inizio a un rituale per sopraffare i nemici nel palazzo Shishin, l’ottavo giorno del sesto mese. E proclamò che la corte imperiale avrebbe vinto entro sette giorni. Ma il settimo giorno, il quattordicesimo del sesto mese, la battaglia si concluse con una sconfitta e il prelato morì di dolore per la morte del suo adorato paggio Setaka11 che fu decapitato. Ciò nonostante, nessuno si è mai chiesto che cosa ci fosse di sbagliato nelle dottrine della Vera parola. La prima cerimonia basata sulle dottrine della Vera parola, condotta da Myoun, e la seconda, condotta da Jien, portarono alla completa sconfitta della corte imperiale giapponese. Adesso, per la terza volta, è stata tenuta una speciale cerimonia per respingere l’invasione mongola. L’attuale regime subirà sicuramente lo stesso destino, ma tieni per te quanto dico e non parlarne a nessuno.

                        Per quanto riguarda il tuo problema, ti consiglio di non ricorrere al tribunale. Non serbare rancore al tuo signore e rimani al suo servizio. Resta a Kamakura e frequenta il tuo signore meno assiduamente di prima; servilo solo di tanto in tanto. Allora realizzerai i tuoi desideri. Non comportarti mai in maniera disonorevole. Non farti sviare dall’attaccamento, dal desiderio di fama o dalla collera.

                            Cenni Storici

                            Questa è una delle tante lettere che Nichiren Daishonin indirizzò a Shijo Kingo, il suo fedele discepolo di Kamakura. A causa della sua devozione agli insegnamenti del Daishonin, nel 1276 Kingo era stato costretto a lasciare la sua residenza vicino a Kamakura per trasferirsi nella remota provincia di Echigo. La lettera non è datata, ma si ritiene che sia stata scritta nel terzo anno di Kenji (1277).

                            Il concetto degli “otto venti” veniva enunciato in opere come il Trattato sul Sutra degli stadi della Buddità, per esortare le persone a non lasciarsi sviare dall’attaccamento a prosperità, onore, lode e piacere (i quattro venti favorevoli), o dall’avversione a declino, disonore, biasimo e sofferenza (i quattro venti contrari).

                            Il Daishonin esorta qui Shijo Kingo a mantenere buoni rapporti con il suo signore, rammentandogli che il signore di Ema non aveva infierito su di lui durante l’esilio del Daishonin a Sado, quando il governo perseguitava gli altri suoi seguaci. Solo approfondendo la propria fede e controllando il risentimento nei suoi confronti Kingo avrebbe potuto trovare una via d’uscita alle difficoltà che stava attraversando.

                            Aggiunge infine che i tribunali, e in genere le soluzioni secolari, hanno un’efficacia secondaria rispetto alla fede e, se Kingo vuole vincere, deve procedere esattamente come il Daishonin insegna.

                            Note

                            1. Il carattere usato qui per indicare il Gohonzon è mahori, il nome antico per indicare omamori che significa “protezione”. Si riferisce a un Gohonzon iscritto su un foglio di carta che il ricevente piegava e portava con sé. Anche se non si hanno ulteriori informazioni a riguardo, si può supporre che questo Omamori Gohonzon fosse inteso specificamente per la protezione di Shijo Kingo, a differenza di quello in cui si parla in Risposta a Kyo’o, che era probabilmente destinato in maniera particolare alla protezione di sua figlia Kyo’o.
                            2. Si ritiene che le guardie notturne fossero gli uomini della scorta che vivevano nella sua residenza e le cui proprietà erano state confiscate a causa della loro fede nella dottrina del Daishonin.
                            3. Daigaku: Hiki Daigaku Saburo Yoshimoto (1202-1286): studioso confuciano del quale si dice che si sia convertito alla dottrina del Daishonin leggendo una bozza di Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese. Uemon no Taya è un altro nome di Ikegami Munenaka, figlio maggiore di un funzionario del governo di Kamakura. Si ritiene che sia diventato discepolo del Daishonin all’incirca nel 1256.
                            4. Hakiri: Hakiri Sanenaga (1222-1297), signore dell’area di Minobu, nella provincia di Kai. Era stato convertito da Nikko Shonin, al quale però si oppose dopo la morte del Daishonin.
                            5. Quando i preti guerrieri dell’Enryaku-ji imposero le loro richieste con la forza alla corte imperiale, suscitarono l’ira dell’ex imperatore Goshirakawa che fece esiliare Myoun, il capo dei preti del tempio, a Izu.
                            6. Yoshinaka (1154-1184): aiutò il cugino Yoritomo, capo del clan dei Minamoto, nella rivolta contro i Taira.
                            7. Gli abitanti di Kyoto definivano tradizionalmente quelli di Kamakura “barbari”.
                            8. Episodio conosciuto come il tumulto di Jokyu, un tentativo di sovvertire lo shogunato militare di Kamakura da parte dell’ex imperatore Gotoba. La vittoria dello shogunato sancì definitivamente la supremazia della reggenza Hojo.
                            9. Re della Montagna: divinità principale del santuario di Hie situato ai piedi del monte Hiei. Era considerata la divinità guardiana del Monte Hiei e della scuola Tendai.
                            10. Omuro: altro nome del tempio Ninna della scuola della Vera parola, a Kyoto. Il prelato di Omuro, di cui si parla nella frase seguente è il principe Dojo, secondogenito dell’ex imperatore Gotoba, che era entrato nel clero al Ninna-ji.
                            11. Setaka (m. 1221): sesto figlio di Sasaki Hirotsuna, conestabile di Omi, che si schierò a favore della causa imperiale nel tumulto di Jokyu.
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