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76. La cura delle malattie karmiche

RSND, VOLUME I

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Minobu, 1275. Indirizzata a Ota Jomyo

Ho saputo dalla tua lettera che sei stato colpito da una dolorosa malattia. Sapere che tu soffri mi addolora, ma, d’altra parte, è anche motivo di gioia. Nel Sutra di Vimalakirti si legge: «A quel tempo il ricco Vimalakirti pensò fra sé e sé: “Sono qui a letto, ammalato [perché l’Onorato dal Mondo, uomo di grande compassione, non ha pietà di me?]” […] A quel tempo il Budda disse a Manjushri: “Va a visitare Vimalakirti e informati sulla sua malattia”». Il Sutra del Nirvana dice: «A quel tempo il Tathagata […] assunse l’aspetto di una persona affetta da qualche male fisico e giacque disteso sul fianco destro come un uomo malato». Nel Sutra del Loto si legge: «Il Tathagata sta bene, ha poche malattie e poche preoccupazioni»1. L’ottavo volume di Grande concentrazione e visione profonda afferma: «Vimalakirti giacendo a letto a Vaishali si servì della malattia per esporre la dottrina […]. Il Tathagata si servì della propria morte per insegnare l’eternità [della vita] e dimostrò il potere [del Buddismo] per mezzo della malattia». Dice inoltre: «Ci sono sei cause di malattia: 1) disarmonia dei quattro elementi; 2) assunzione impropria di cibo e di bevande; 3) pratica sbagliata della meditazione seduta; 4) attacco di spiriti maligni; 5) azione dei demoni; 6) effetti del karma».

    Nel Sutra del Nirvana si legge: «Ci sono tre tipi di persone le cui malattie sono estremamente difficili da curare: 1) coloro che offendono il grande veicolo; 2) coloro che commettono i cinque peccati capitali; 3) gli icchantika o persone di incorreggibile miscredenza. Queste tre categorie di malattie sono le più gravi del mondo».

      Afferma inoltre: «Chi crea cattivo karma in questa vita […] soffrirà sicuramente nell’inferno […]. Tuttavia, se fa ­offerte ai tre tesori, invece di cadere nel mondo d’inferno [nella prossima vita], soffrirà in questa esistenza di disturbi al­la testa, agli occhi o alla schiena». Grande concentrazione e visione profonda afferma: «Anche le colpe gravi […] saranno espiate in modo alleggerito in questa esistenza. Così la malattia appare quando il karma negativo sta per esaurirsi2». Nel suo Trattato sulla grande perfezione della saggezza il Bodhisattva Nagarjuna scrive: «Domanda: […] [Risposta]: Se le cose stanno così, allora gli altri sutra, da quello della Ghirlanda di fiori fino ai sutra della Saggezza, non sono insegnamenti segreti, solo il Sutra del Loto è segreto. […]. [Il Sutra del Loto è] come un grande medico in grado di trasformare il veleno in medicina». T’ien-t’ai commenta così questo passo: «Si può paragonare a un abile medico che trasforma il veleno in medicina […]. La profezia d’illuminazione [per le persone dei due veicoli] di questo sutra significa che si può trasformare il veleno in medicina». Perciò il Trattato sulla grande perfezione della saggezza afferma: «I vari sutra non sono insegnamenti segreti, solo il Sutra del Loto è segreto»3. In Grande concentrazione e visione profonda si legge: «Poiché il Sutra del Loto è in grado di curare [le malattie], è detto myo o meraviglioso». Miao-lo spiega: «Poiché è in grado di curare anche ciò che è ritenuto incurabile, è detto myo o meraviglioso»4.

        Il Sutra del Nirvana afferma: «Il re Ajatashatru di Rajagriha era un uomo dalla natura malvagia […]. Egli uccise suo padre, e in seguito, colto dal rimorso, ebbe la febbre alta […]. E, a causa di questa febbre dovuta al rimorso, fu colpito da piaghe estese su tutto il corpo. Queste erano così maleodoranti che nessuno poteva stargli accanto. Allora sua madre, di nome Vaidehi, cercò di curarlo applicando vari medicamenti, ma questi non fecero che peggiorare le piaghe. Sembrava che non ci fossero speranze di guarigione. Il re disse a sua madre: “L’origine di queste piaghe è nella mente; esse non derivano dai quattro elementi. Anche se la gente dice che esiste un medico in grado di curarle, questo non è possibile […]”. Allora l’Onorato dal Mondo, il maestro compassionevole e misericordioso, entrò nella specifica meditazione “amore della luna”5 per la salvezza del re. Quando fu entrato in meditazione, emise una grande luce. Questo raggio limpido e fresco si depose sul corpo del re e istantaneamente le piaghe guarirono».

          Il Sutra del Loto della Legge meravigliosa, che è la grande e imparziale saggezza, dice nel settimo volume: «Questo sutra offre la buona medicina per i mali della gente di Jambudvipa. Se una persona che soffre per una malattia può ascoltare questo sutra, la sua malattia svanirà ed egli non conoscerà né vecchiaia né morte»6.

            Alla luce di quanto detto sopra, sembrerebbe che la tua malattia non possa che originare dalle sei cause di malattia. Mettiamo da parte per il momento le prime cinque. Le malattie che derivano dalla sesta causa, quelle karmiche, sono le più difficili da curare. Possono essere più o meno gravi, non è possibile pronunciarsi con sicurezza, ma le malattie karmiche più gravi sono quelle che derivano dalle offese al Sutra del Loto. Anche Shen Nung, Huang Ti, Hua T’o e Pien Ch’üeh7 incrociarono le braccia e pure Detentore d’Acqua, Portatore d’Acqua8, Jivaka e Vimalakirti rimasero in silenzio. Queste malattie possono essere curate solo dalla benefica medicina del Sutra del Loto del Budda Shakyamuni, come spiega il sutra stesso.

              Il Sutra del Nirvana, riferendosi al Sutra del Loto, afferma: «Anche l’offesa a questo corretto insegnamento [sarà sradicata] se uno si pente e prende fede nel corretto insegnamento […]. Poiché niente all’infuori di questo corretto insegnamento può salvarlo e proteggerlo, deve convertirsi al corretto insegnamento». Il Gran Maestro Ching-hsi9 dice: «Nel Sutra del Nirvana il Budda stesso dice che il Sutra del Loto è il più alto dei suoi insegnamenti»10, e aggiunge: «Come una persona caduta al suolo si rialza appoggiandosi al suolo stesso, così, anche chi ha offeso il corretto insegnamento, infine sarà salvato dai cattivi sentieri»11.

                Il Bodhisattva Vasubandhu originariamente era un erudito hinayana che aveva scritto cinquecento trattati sul Buddismo hinayana per impedire che il Mahayana si propagasse in tutte le cinque regioni dell’India. In seguito incontrò il Bodhisattva Asanga, e abbandonò immediatamente le proprie idee distorte. Di fronte ad Asanga disse che si sarebbe tagliato la lingua per cancellare subito la sua colpa. Ma Asanga lo dissuase dicendo: «Vasubandhu, usa la tua lingua per lodare il Mahayana». Allora Vasubandhu iniziò subito a scrivere cinquecento trattati mahayana refutando lo Hinayana. Fece anche voto di non pronunciare più una sola parola delle dottrine hinayana per il resto della sua vita. In questo modo sradicò la colpa passata e in seguito rinacque nel cielo del Bodhisattva Maitreya12.

                  Il Bodhisattva Ashvaghosha, originario dell’India orientale, fu il tredicesimo successore degli insegnamenti del Budda. Egli era un capo brahmano, ma dibattendo con il monaco buddista Punyayashas sulla validità dei rispettivi insegnamenti, la sua mente comprese all’istante. Ashvaghosha si disse pronto a decapitarsi in modo da espiare la sua colpa passata: «Io sono stato il peggior nemico di me stesso e mi sono condannato all’inferno». Ma Punyayashas lo ammonì: «Ashvaghosha, non decapitarti! Usa invece la tua testa e la tua bocca per lodare il Mahayana». Ashvaghosha subito dopo scrisse Il risveglio della fede nel Mahayana nel quale refuta tutti gli insegnamenti brahmani e hinayana. Questo segnò l’inizio della diffusione del Mahayana in India.

                    Il Gran Maestro Chi-tsang del tempio Chia-hsiang era uno dei più famosi maestri cinesi. Fondò la scuola dei Tre trattati e visse sul monte Hui-chi a Wu. Convinto che nessuno potesse uguagliarlo in sapienza, aveva un’altissima opinione di sé e sfidò il Gran Maestro T’ien-t’ai a discutere sulla frase di passato presente e futuro13. Clamorosamente battuto nel dibattito, Chi-tsang abbandonò le credenze errate e, per estirpare la grave colpa di aver offeso il corretto insegnamento e coloro che lo praticavano, radunò più di cento uomini di grande virtù e pregò il Gran Maestro T’ien-t’ai Chih-che [di insegnare loro]. Chi-tsang usò il corpo come ponte per far salire il Gran Maestro T’ien-t’ai [sul palco ove predicava], facendogli posare i piedi sulla sua testa. Inoltre servì T’ien-t’ai per sette anni, tagliando legna per il fuoco e attingendo l’acqua. Smise di tenere lezioni, sciolse il gruppo dei suoi seguaci e, per purificarsi dalla sua grande arroganza, si astenne dal recitare il Sutra del Loto. Dopo la morte del Gran Maestro T’ien-t’ai, Chi-tsang si recò a rendere omaggio all’imperatore della dinastia Sui e, al momento di congedarsi, abbracciò le ginocchia di Sua Maestà e gli disse addio piangendo. Qualche tempo dopo, guardando in un vecchio specchio, vide riflessa la propria immagine e si insultò per i propri errori passati. Tutti questi atti di penitenza furono compiuti per sradicare la sua malattia karmica.

                      Il Sutra del Loto, il meraviglioso sutra dell’unico veicolo, è l’aureo insegnamento dei tre santi14, esso è paragonabile a una gemma splendente, è il più alto degli insegnamenti «che ho predicato, che ora predico e che predicherò». Un passo del Sutra del Loto dice: «È il supremo tra tutti i sutra»15 e «[e fra questi] il Sutra del Loto è il supremo!»16. Il Gran Maestro Dengyo disse che [la scuola del Loto] è la scuola fondata dal Budda stesso17.

                        Ho fatto uno studio approfondito dei vari sutra della Vera parola come quelli di Mahavairochana, della Corona di diamanti e Susiddhikara ma in essi non ho trovato scritto niente di paragonabile ai precedenti passi del Sutra del Loto. La pretesa [che questi sutra siano superiori al Loto] non è altro che un’interpretazione errata sostenuta da Shan-wu-wei, Chin-kang-chih, Pu-k’ung, Kobo, Jikaku e Chisho. Da ciò si capisce che la vera intenzione dei Budda Shakyamuni e Mahavairochana era di porre il Sutra del Loto al di sopra di tutti gli altri. Quando i tre grandi maestri, Kobo, Jikaku e Chisho, i fondatori delle dottrine della Vera parola in Giappone, andarono in Cina durante la dinastia T’ang, ereditarono da Hui-kuo e Fa-ch’üan gli inganni e le illusioni originariamente affermati dai tre maestri del Tripitaka, Shan-wu-wei, Chin-kang-chih e Pu-k’ung. Tornati in Giappone, essi propagarono il Sutra del Loto e le dottrine della Vera parola, in modo tale da celare la brillante luna del Sutra del Loto, il veicolo supremo che supera tutti gli altri sutra del passato, presente e futuro, e mettere in evidenza la flebile luce della lucciola dei mandala dei due regni della Vera parola18. Per di più offesero il Sutra del Loto dicendo che era un’opera piena di “teorie puerili” e apparteneva alla “regione dell’oscurità”. Ma queste accuse si ritorsero su di loro come un pugnale: è il Sutra di Mahavairochana che è pieno di teorie puerili e appartiene alla regione dell’oscurità. Se le radici della scuola, i suoi fondatori, erano già distorte, come potevano i suoi rami essere diritti? Se si contamina la sorgente, l’acqua del fiume non potrà essere pura. Per questa ragione la Terra del Sole ha vissuto una lunga e buia notte e l’Albero del Sole sta per essere seccato dal gelo straniero19.

                          Benché tu non sia stato in passato seguace di quella scuola, sei stato però al servizio di un sostenitore di quell’insegnamento; sei vissuto per molti anni nella casa di una famiglia devota a una dottrina distorta e, un mese dopo l’altro, la tua mente è stata contaminata dai maestri distorti. Alte montagne possono crollare e grandi mari prosciugarsi, ma questa tua colpa non si cancella facilmente. Comunque, grazie all’influenza dei legami karmici e alla compassione che hai dimostrato in questa vita, inaspettatamente hai incontrato me, un umile prete, e hai determinato di fare ammenda. Per questa ragione, anche se al momento la tua colpa ti ha causato le piaghe di cui soffri, nel futuro ti verrà risparmiata una sofferenza peggiore.

                            Il re Ajatashatru soffrì di piaghe perché aveva commesso i cinque peccati capitali e offeso l’insegnamento corretto. Ma le sue piaghe sparirono nello stesso istante in cui la luce della meditazione “amore della luna” del Budda illuminò il suo corpo e, benché al re rimanessero da vivere solamente ventun giorni, la sua vita si prolungò di quarant’anni. Egli pregò mille arhat di raccogliere le auree parole dell’intera vita del Budda20, permettendo in tal modo la diffusione del Buddismo nel Primo, nel Medio e nell’Ultimo giorno della Legge.

                              Le piaghe di questo prete laico sono il risultato di un’unica colpa: l’aver offeso l’insegnamento corretto. La Legge mistica che adesso abbracci è superiore alla meditazione “amore della luna”. Non c’è ragione perché le tue piaghe non possano guarire e la tua vita non possa essere prolungata. Se queste parole non dovessero risultare vere, alza la voce e grida: «Il Budda, l’occhio del mondo intero, è un gran bugiardo e il Loto, il meraviglioso sutra dell’unico veicolo, è una collezione di frasi fiorite. L’Onorato dal Mondo mi dia una prova se tiene al suo buon nome! Tutti i santi e i saggi accorrano a proteggermi se non vogliono venir meno ai loro voti!».

                                Una lettera non può contenere tutto quello che si vorrebbe dire e le parole non possono esprimere appieno ciò che è nel cuore. Per il resto dovremo attendere il nostro prossimo incontro.

                                  Con profondo rispetto,

                                    Nichiren

                                      Il terzo giorno dell’undicesimo mese

                                        Risposta al prete laico Ota

                                            Cenni Storici

                                            Nichiren Daishonin inviò questa lettera nell’undicesimo mese del primo anno di Kenji (1275), da Minobu, a Ota Jomyo, in risposta alla notizia che questi era afflitto da una malattia della pelle. Ota Jomyo, uno dei credenti più devoti del Daishonin, era un funzionario governativo che viveva nella provincia di Shimosa ed era stato convertito agli insegnamenti del Daishonin da Toki Jonin. Intorno al 1278, Ota ricevette la tonsura con il nome buddista di Myonichi che significa sole meraviglioso. Dal contenuto di un’altra lettera che il Daishonin gli inviò risulta che avesse la sua stessa età.

                                            In questa lettera, il Daishonin elenca, citandole da Grande concentrazione e visione profonda di T’ien-t’ai, sei cause di malattia e afferma che le malattie che derivano dal proprio karma sono le più difficili da curare; tuttavia anch’esse possono senz’altro guarire grazie alla “buona medicina” del Sutra del Loto.

                                            Note

                                            1. Il Sutra del Loto, cap. 15, pp. 297-298.
                                            2. Lett.: «Ci si ammala perché il proprio karma desidera la sua retribuzione».
                                            3. Il significato profondo del Sutra del Loto.
                                            4. Annotazioni su “Grande concentrazione e visione profonda”.
                                            5. Meditazione “amore della luna”: l’infinita compassione del Budda è paragonata alla luce della luna che libera dall’inquietudine e porta la pace alla mente.
                                            6. Il Sutra del Loto, cap. 23, p. 394.
                                            7. Shen Nung e Huang Ti: due dei Tre sovrani, governanti leggendari dell’antica Cina, esperti in medicina. Hua T’o: medico della tarda dinastia Han, secondo la tradizione, molto abile come chirurgo. Pien Ch’üeh: famoso medico cinese del periodo di Primavera e Autunno (770-403 a.C.).
                                            8. Detentore d’Acqua e Portatore d’Acqua: padre e figlio, entrambi eccellenti medici descritti nel Sutra della Luce dorata.
                                            9. Altro nome di Miao-lo. Ching-hsi era il nome del luogo di nascita di Miao-lo.
                                            10. Annotazioni su “Parole e frasi del Sutra del Loto”.
                                            11. Ibidem.
                                            12. Storia narrata in Annotazioni sul Trattato in cento strofe di Chi-tsang. Il cielo in cui vive il Bodhisattva Maitreya è il cielo Tushita, quarto dei sei cieli del mondo del desiderio. Si dice che Vasubandhu sia rinato in questo cielo e che abbia esposto la Legge agli esseri celesti che vi dimoravano.
                                            13. La frase a cui si riferisce è: «Tra quelli che ho predicato, che ora predico e che predicherò, questo Sutra del Loto è il più difficile da credere e il più difficile da comprendere» (Il Sutra del Loto, cap. 10, p. 235).
                                            14. Santo (giap. shonin), come spesso accade, in questo contesto significa Budda. I “tre santi” o “tre Budda” sono Shakyamuni, Molti Tesori e i Budda delle dieci direzioni.
                                            15. Il Sutra del Loto, cap. 23, p. 391.
                                            16. Ibidem, cap. 10, p. 235.
                                            17. Adattato da un passo de Gli eminenti princìpi del Sutra del Loto.
                                            18. Il mandala del regno del Grembo, descritto nel Sutra di Mahavairochana, e il mandala del regno di Diamante, descritto nel Sutra della Corona di diamanti.
                                            19. La Terra del Sole è il Giappone e l’Albero del Sole è un nome antico del Giappone che compare in un documento cinese.
                                            20. Riferimento al Primo concilio per la compilazione degli insegnamenti del Budda. Poco dopo la morte di Shakyamuni, fu convocato con il patrocinio del re Ajatashatru nella Grotta delle Sette Foglie presso Rajagriha nel regno di Magadha.
                                            La Biblioteca di Nichiren
                                            istituto buddista italiano soka gakkai
                                            senzamotica
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