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29. L'eredità della Legge fondamentale della vita

RSND, VOLUME I

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Luogo sconosciuto, 1272. Indirizzata a Sairen-bo

Ho appena letto con grande attenzione la tua lettera. Rispondo che la Legge fondamentale di vita e morte trasmessa dal Budda a tutti gli esseri viventi è Myoho-renge-kyo. Infatti i cinque caratteri di Myoho-renge-kyo furono trasmessi al Bodhisattva Pratiche Superiori dai due Budda Shakyamuni e Molti Tesori seduti nella torre preziosa, perpetuando un’eredità ininterrotta sin dall’infinito passato. Myo significa morte, ho vita. Gli esseri viventi che attraversano le due fasi di vita e morte sono le entità dei Dieci mondi, o le entità di Myoho-renge-kyo1.

    T’ien-t’ai disse: «Sappiate che tutte le cause e gli effetti degli esseri viventi e dei loro ambienti manifestano la legge del Loto (renge2. In questa spiegazione “esseri viventi e loro ambienti” designano i fenomeni di vita e morte. Dunque, dove c’è vita e morte è chiaro che sussiste anche causa ed effetto, cioè la Legge del Loto.

      Il Gran Maestro Dengyo disse: «Le due fasi di vita e morte sono le funzioni mistiche di un’unica mente3. Le due modalità dell’esistenza e della non esistenza sono le vere funzioni di una mente intrinsecamente illuminata»4. Nessun fenomeno – cielo o terra, yin o yang5, il sole o la luna, i cinque pianeti6, o i vari mondi da inferno a Buddità – è esente dalle due fasi di vita e morte. Vita e morte sono semplicemente le due fasi di Myoho-renge-kyo. T’ien-t’ai scrisse in Grande concentrazione e visione profonda: «Il sorgere è il sorgere della natura essenziale della Legge e l’estinzione è l’estinzione di tale natura». Anche Shakyamuni e Molti Tesori, i due Budda, sono le due fasi di vita e morte.

        Recitare Myoho-renge-kyo con la consapevolezza che non esiste alcuna differenza fra Shakyamuni che ottenne l’illuminazione nel lontano passato, il Sutra del Loto che è la strada dell’illuminazione di tutti gli esseri, e noi persone comuni, significa ereditare la Legge fondamentale di vita e morte. Questo è essenziale per i discepoli, preti e laici, di Nichiren: questo è il significato di abbracciare il Sutra del Loto.

          Per chi raccoglie la propria fede e recita Nam-myoho-renge-kyo con la profonda consapevolezza che adesso è l’ultimo momento della sua vita, il sutra proclama: «Quando la loro vita giungerà al termine, esse saranno accolte dalle mani di mille Budda che le libereranno da ogni paura e impediranno loro di cadere nei cattivi sentieri dell’esistenza»7. Che felicità! È impossibile trattenere lacrime di gioia sapendo che non uno o due, non cento o duecento, ma mille Budda verranno ad accoglierci con le braccia aperte.

            Chi non ha fede nel Sutra del Loto sarà accolto dai guardiani dell’inferno che gli afferreranno le mani poiché il sutra afferma: «Allorché la sua vita giungerà al termine egli cadrà nell’inferno Avichi»8. Che pena! I dieci re9 del mondo dei morti lo giudicheranno e i messaggeri del cielo10 che sono con lui dalla nascita lo rimprovereranno.

              Immagina quei mille Budda che tendono le braccia verso tutti i discepoli di Nichiren che recitano Nam-myoho-renge-kyo, come meloni o convolvoli che tendono i loro tralci sottili. I miei discepoli, preti e laici, ora possono accettare e sostenere il Sutra del Loto in virtù del forte legame formato con esso nelle vite passate e senza dubbio conseguiranno la Buddità nel futuro. L’eredità del Sutra del Loto fluisce nella vita di coloro che non lo hanno mai abbandonato in nessuna esistenza, nel passato, nel presente e nel futuro11. Ma coloro che non credono nel Sutra del Loto e lo offendono «distruggeranno immediatamente tutti i semi per divenire Budda in questo mondo»12. Poiché essi distruggono il seme che permette di divenire Budda, non hanno accesso all’eredità della Legge fondamentale di vita e morte.

                In generale, che i discepoli di Nichiren, preti e laici, recitino Nam-myoho-renge-kyo con lo spirito di “diversi corpi, stessa mente”, senza alcuna distinzione fra loro13, uniti come i pesci e l’acqua, questo si chiama eredità della Legge fondamentale della vita. In ciò consiste il vero scopo della propagazione di Nichiren. Se è così, anche il grande desiderio di un’ampia propagazione potrà realizzarsi. Ma se qualcuno dei discepoli di Nichiren distrugge l’unità di “diversi corpi, stessa mente”14 sarà come chi distrugge il proprio castello dall’interno.

                  Io, Nichiren, ho cercato di risvegliare tutto il popolo giapponese alla fede nel Sutra del Loto in modo che anch’esso potesse condividerne l’eredità e conseguire la Buddità, ma invece mi hanno perseguitato in ogni modo e infine mi hanno esiliato in questa isola. Tu hai seguito Nichiren nonostante tutto, e per questo hai incontrato persecuzioni. Pensare a ciò che avrai provato mi addolora profondamente. L’oro non può essere bruciato dal fuoco né corroso o spazzato via dall’acqua, mentre il ferro è vulnerabile a entrambi. Una persona saggia è paragonabile all’oro, uno sciocco al ferro. Tu sei come l’oro puro perché abbracci “l’oro” del Sutra del Loto. Un passo del sutra dice: «Il monte Sumeru è il supremo [fra le montagne], così è per questo Sutra del Loto. [È il supremo fra tutti i sutra]»15. E dice anche: «La fortuna che hai accumulato […] non potrà essere bruciata dal fuoco né spazzata via dall’acqua»16.

                    Non è dovuto alla relazione karmica formata nel passato se ora sei diventato discepolo di Nichiren? Certamente i Budda Shakyamuni e Molti Tesori lo sanno. Le parole del sutra «le persone che avevano udito la Legge dimorarono in varie terre del Budda, rinascendo di continuo insieme ai loro maestri»17 non possono essere false.

                      Finora nessuno mi aveva fatto una domanda sulla trasmissione dell’eredità della Legge fondamentale della vita. È ammirevole, ammirevole! Comprendi profondamente ciò che ho spiegato dettagliatamente in questa lettera. Pratica con la convinzione che solo Nam-myoho-renge-kyo è l’eredità trasmessa da Shakyamuni e Molti Tesori al Bodhisattva Pratiche Superiori.

                        La funzione del fuoco è bruciare e dare luce. La funzione dell’acqua è lavare la sporcizia. Il vento spazza via la polvere e infonde la vita nelle piante, negli animali e negli esseri umani. La terra produce le piante e gli alberi, e il cielo provvede all’umidità che reca nutrimento. Anche i cinque caratteri di Myoho-renge-kyo operano così: sono le funzioni benefiche dei Bodhisattva della Terra, discepoli del Budda nella sua vera identità. Il Sutra del Loto dice che il Bodhisattva Pratiche Superiori deve apparire adesso, nell’Ultimo giorno della Legge, per propagare questo insegnamento, ma ciò è accaduto realmente? Che il Bodhisattva Pratiche Superiori sia già apparso o no, Nichiren ha già cominciato la propagazione.

                          Sii fermamente deciso a risvegliare il grande potere della fede e recita Nam-myoho-renge-kyo con la preghiera che la tua fede continui a essere ferma e corretta anche nel momento della morte; non cercare mai un modo diverso da questo per ereditare la Legge fondamentale di vita e morte. Questo è il significato di «le illusioni e i desideri sono illuminazione» e di «le sofferenze di nascita18 e morte sono nirvana». Anche abbracciare il Sutra del Loto sarebbe inutile senza l’eredità della fede. Ti spiegherò ancora dettagliatamente in un’altra occasione.

                            Con mio profondo rispetto,

                              Nichiren,

                                lo shramana del Giappone

                                  L’undicesimo giorno del secondo mese del nono anno di Bun’ei (1272), segno ciclico mizunoe-saru

                                    Risposta all’Onorevole Sairen-bo

                                        Cenni Storici

                                        Questa lettera, datata l’undicesimo giorno del secondo mese del 1272, fu inviata da Nichiren Daishonin a Sairen-bo Nichijo, un discepolo che era stato in passato un prete Tendai e che, per ragioni non chiare, si trovava in esilio sull’isola di Sado. Sono scarse le notizie sul suo conto, salvo che era originario di Kyoto e che, prima di venire esiliato, aveva studiato al Monte Hiei, sede della scuola Tendai.

                                        Certamente assistette al dibattito pubblico di Tsukahara, svoltosi di fronte al Sammai-do, la dimora del Daishonin, tra il sedicesimo e il diciassettesimo giorno del primo mese del 1272, nel quale questi confutò con grande efficacia i preti della Pura terra, della Vera parola e di altre scuole, convenuti da ogni parte dell’isola e anche dalla terraferma per sfidarlo, e ne uscì nettamente vincitore. In quell’occasione si convertirono ai suoi insegnamenti molte persone, tra cui lo stesso Sairen-bo.

                                        Sairen-bo era un prete di grande cultura a cui il Daishonin inviò diversi scritti importanti come questo o come Il vero aspetto di tutti i fenomeni, in risposta alle profonde questioni dottrinali che il discepolo, di volta in volta, gli poneva.

                                        «Finora nessuno mi aveva fatto una domanda sulla trasmissione dell’eredità della Legge fondamentale della vita. È ammirevole, ammirevole!» esclama qui il Daishonin e replica a Sairen-bo descrivendo il prodigio dell’illuminazione del Budda, nonché i mezzi pratici con cui le persone comuni possono ottenere la sua stessa condizione vitale.

                                        Nel primo paragrafo il Daishonin afferma che Nam-myoho-renge-kyo è l’eredità della Legge fondamentale della vita trasmessa dal Budda a tutti gli esseri viventi.

                                        Spiega poi in che modo le persone comuni possono ereditare questa Legge manifestandola nella loro vita: questa Legge scorre nelle profondità della vita di coloro che credono negli insegnamenti del Sutra del Loto, praticano in perfetto accordo con essi e recitano il daimoku.

                                        Dichiara, quindi, che non c’è alcuna distinzione tra il Budda Shakyamuni, il Sutra del Loto e noi persone comuni.

                                        Dal punto di vista del Buddismo del Daishonin, ciò equivale all’affermazione che non c’è assolutamente alcuna differenza o separazione tra Nichiren Daishonin come Budda dell’Ultimo giorno, la Legge di Nam-myoho-renge-kyo – o il Gohonzon che concretizza questa grande Legge – e noi persone comuni che recitiamo Nam-myoho-renge-kyo.

                                        In termini di tempo l’eredità della Legge, ovvero la relazione mistica tra la Legge e la vita delle persone, scorre eternamente attraverso passato, presente e futuro, ininterrottamente vita dopo vita. In termini di spazio, l’eredità della Legge fluisce nelle vite dei suoi discepoli e sostenitori laici che si adoperano in perfetta unità per realizzare un mondo pacifico e la felicità di tutta l’umanità.

                                        Stabilito che la Legge fondamentale si trova all’interno della vita degli esseri umani, Nichiren Daishonin spiega come ereditare questa Legge, sottolineando l’importanza di praticare con l’atteggiamento «che adesso è l’ultimo momento» per poter manifestare la Buddità innata, uno stato che trascende sia la vita sia la morte.

                                        Riferendosi inoltre ai mille Budda e ai dieci re degli inferi, il Daishonin rivela la continuità di causa ed effetto che abbraccia passato, presente e futuro: qualunque sia lo stato vitale predominante in vita, esso continuerà nella vita successiva. Il fatto di riuscire o meno a ereditare questa Legge dipende unicamente dalla fede di una persona. Perciò, conclude con questo severo ammonimento: «Anche abbracciare il Sutra del Loto sarebbe inutile senza l’eredità della fede».

                                        Note

                                        1. Entità di Myoho-renge-kyo: lett. le entità del Loto (giap. renge).
                                        2. Il significato profondo del Sutra del Loto.
                                        3. Unica mente: giap. isshin che, in senso più generale, significa la vita.
                                        4. Le dottrine essenziali trasmesse all’interno della scuola Tendai Loto. «…di una mente intrinsecamente illuminata»: lett. «…dell’illuminazione originale» (giap. hongaku).
                                        5. Yin e yang: i due princìpi universali dell’antica filosofia cinese. Yin è il principio negativo, scuro, femminile; Yang è il principio positivo, chiaro, maschile. Si riteneva che dalla loro combinazione dipendesse il destino di tutte le cose.
                                        6. Cinque pianeti: Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno. Nel tredicesimo secolo i pianeti più esterni non erano ancora stati scoperti e la Terra non era annoverata fra i pianeti.
                                        7. Il Sutra del Loto, cap. 28, p. 438.
                                        8. Ibidem, cap. 3, p. 126.
                                        9. Dieci re: figure simboliche della tradizione religiosa popolare. In Cina l’inferno era rappresentato come un tribunale dei demoni in cui i morti erano processati per le loro azioni malvagie.
                                        10. Messaggeri del cielo: due divinità che si diceva dimorassero sulle spalle di ogni persona dalla nascita alla morte, tenendo nota di tutte le sue azioni. Rappresentano il funzionamento della legge di causa ed effetto nella propria vita.
                                        11. Lett.: «nelle tre esistenze, attraverso vita e morte del passato, vita e morte del presente e vita e morte del futuro».
                                        12. Vedi Il Sutra del Loto, cap. 3, p. 125.
                                        13. Lett.: «senza alcun pensiero di me o degli altri, di questo o di quello». Non si tratta di una negazione dell’individualità, ma del superamento del divario fra persona e persona che sorge dall’egoismo e dalla sfiducia.
                                        14. Lett.: «Se qualcuno dei discepoli di Nichiren è in itai ishin (diversi corpi, diversa mente)».
                                        15. Il Sutra del Loto, cap. 23, p. 391.
                                        16. Ibidem, p. 393-394.
                                        17. Ibidem, cap. 7, p. 203.
                                        18. Il carattere sho in shoji (vita e morte) significa sia vita che nascita.
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