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145. Lettera a Niike

RSND, VOLUME I

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Luogo sconosciuto, 1280. Indirizzata a Niike Saemon

Che gioia esser nati nell’Ultimo giorno della Legge e aver potuto partecipare alla propagazione del Sutra del Loto! Che pena mi fanno quelli che, pur essendo nati in questo periodo, non possono credere in questo sutra!

    Nessuno può sfuggire alla morte una volta nato come essere umano, quindi perché non praticare in preparazione della prossima vita? Osservando ciò che fanno le persone, vedo che, sebbene professino fede nel Sutra del Loto e ne abbraccino i rotoli, agiscono contro l’intento del sutra e sono perciò destinate ai cattivi sentieri. Per fare un esempio, noi abbiamo cinque organi interni1: se uno di questi si ammala, infetta tutti gli altri e alla fine muoriamo. Il Gran Maestro Dengyo afferma che pur lodando il Sutra del Loto, essi ne uccidono il cuore2. Voleva dire che, anche chi abbraccia, legge e loda il Sutra del Loto, se ne tradisce lo spirito, distrugge non solo il Budda Shakyamuni, ma anche tutti i Budda delle dieci direzioni.

      La somma dei nostri errori mondani e del nostro cattivo karma può essere grande come il monte Sumeru, ma, una volta che prendiamo fede in questo sutra, tutte le colpe svaniranno come brina o rugiada al sole del Sutra del Loto. Tuttavia, se commettiamo anche solo una o due delle quattordici offese elencate in questo sutra, sarà estremamente difficile espiarla. Uccidere un solo Budda è una colpa ben più grave che distruggere tutti gli esseri senzienti nel sistema maggiore di mondi e tradire lo spirito del sutra equivale a togliere la vita a tutti i Budda delle dieci direzioni. Chi commette una di queste quattordici offese è una persona che offende la Legge.

        L’inferno è una terribile dimora di fuoco, il regno degli spiriti affamati è la miserabile condizione di chi, morendo di fame, divora i propri figli. Il regno degli asura è il conflitto e quello degli animali è uccidere o essere ucciso. L’inferno del loto scarlatto è così chiamato perché il suo freddo intenso costringe a piegarsi in due finché la schiena si spezza e la carne sanguinante emerge come un fiore di loto scarlatto. Ancora più orribile è l’inferno del grande loto scarlatto. Se si cade in tale luogo terribile, un trono o un titolo di generale non valgono nulla: tormentati dai guardiani dell’inferno non si è diversi da scimmie ammaestrate che devono obbedire al padrone. A cosa serviranno allora fama e fortuna? Si potrà ancora essere arroganti e ostinarsi nelle proprie convinzioni errate?

          Fermati e rifletti! Chi fa anche un’unica offerta, spinto da una fede profondamente sincera, al prete che conosce il Sutra del Loto, non si perderà nei cattivi sentieri; e ancor più grandi saranno i benefici di dieci o venti offerte, di cinque, dieci anni o di un’intera vita di offerte. Anche la saggezza dei Budda non è in grado di calcolarli. Il Budda ha insegnato che il merito di una sola offerta al devoto di questo sutra è cento, mille, diecimila, milioni di volte superiore al merito di offrire innumerevoli tesori al Budda Shakyamuni per ottanta milioni di kalpa. Quando si incontra questo sutra, si è colmi di felicità e si versano lacrime di gioia. Sembra impossibile ripagare il proprio debito nei confronti del Budda Shakyamuni, ma con le frequenti offerte che fai a me, isolato fra queste montagne, potrai ripagare il debito di gratitudine al Sutra del Loto e al Budda Shakyamuni. Sforzati più che mai nella fede e non cedere alla negligenza. All’inizio tutti sembrano credere sinceramente quando abbracciano il Sutra del Loto, ma col passare del tempo tendono a diventare meno devoti, non rispettano e non servono più il prete, si vantano e nutrono opinioni distorte. Questo è terribile, veramente terribile! Sviluppa sempre più la tua fede fino all’ultimo momento della tua vita, altrimenti avrai dei rimpianti. Per esempio, il viaggio da Kamakura a Kyoto dura dodici giorni: se viaggi per undici giorni e ti fermi quando ne manca uno solo, come puoi ammirare la luna sopra la capitale? Qualunque cosa accada, rimani vicino al prete che conosce il cuore del Sutra del Loto, continua a imparare sempre più da lui i princìpi del Buddismo e prosegui il viaggio della fede.

            Come passano rapidamente i giorni. Questo ci fa capire quanto sono pochi gli anni che ci rimangono. Gli amici con i quali una mattina di primavera ammirammo la fioritura dei ciliegi sono stati spazzati via insieme ai fiori dal vento dell’impermanenza, lasciando dietro di sé nient’altro che i loro nomi. Benché quei fiori siano scomparsi, la prossima primavera i ciliegi sbocceranno ancora. Ma quando rinasceranno quelle persone? I compagni con i quali nelle sere d’autunno componemmo poesie in onore della luna sono svaniti insieme alla luna dietro le nuvole incostanti. Solo le loro mute immagini rimangono nei nostri cuori. Anche se la luna è tramontata dietro le montagne a occidente, nel prossimo autunno comporremo per lei altre poesie. Ma dove sono ora i compagni che sono morti? Persino quando la tigre dell’impermanenza3 che si avvicina ruggisce, noi non la sentiamo e non ne siamo turbati. Quanti giorni ancora sono rimasti alla pecora destinata al macello?

              Sulle Montagne Nevose vive un uccello chiamato uccello che soffre il freddo il quale, torturato dal freddo pungente, grida che la mattina seguente si costruirà un nido. Ma quando si fa giorno trascorre le ore dormendo, riscaldato dai tiepidi raggi del sole del mattino, senza costruirsi il nido. Così continua a lamentarsi vanamente per tutta la vita. Lo stesso è vero per le persone. Quando cadono nell’inferno e soffocano tra le sue fiamme, anelano a rinascere come esseri umani e fanno voto di mettere da parte tutto il resto per servire i tre tesori e ottenere l’illuminazione nella prossima vita. Ma, anche nelle rare occasioni in cui capita loro di rinascere sotto forma umana, i venti della fama e del profitto soffiano violenti e la lampada della pratica buddista si spegne facilmente. Senza scrupolo essi sperperano le loro ricchezze per cose inutili, ma lesinano anche il più piccolo contributo al Budda, alla Legge e all’ordine buddista. Questa è una cosa molto seria, poiché significa che sono soggiogati dai messaggeri dell’inferno. Come dice il proverbio: «Il bene è lungo un pollice e il demone è lungo un piede»4. Inoltre, poiché questo è un paese in cui si offende l’insegnamento corretto, le divinità benevolenti che dovrebbero proteggere il paese, private del gusto della Legge, abbandonano i loro santuari e ascendono al cielo. E i santuari vuoti sono stati occupati dai demoni che traviano i fedeli. Quando il Budda ebbe finito di predicare, ritornò nella Terra della Luce Tranquilla. Le sale e le pagode, i templi e i santuari furono abbandonati e divennero dimore dei demoni. Questi imponenti edifici si ergono l’uno accanto all’altro, costruiti a spese dello stato e con il lavoro obbligatorio che viene imposto alla popolazione. Queste non sono soltanto idee mie, ma si trovano nei sutra e quindi dovresti studiarle bene.

                Nessun Budda e nessuna divinità accetterebbe mai le offerte di chi offende l’insegnamento corretto. Come possiamo allora accettarle noi esseri umani? La divinità del santuario di Kasuga5 proclamò attraverso un oracolo che non avrebbe mai accettato nulla da persone impure di cuore, anche se avesse dovuto divorare le fiamme del rame incandescente; piuttosto che metter piede nelle loro case, si sarebbe seduta sul rame arroventato. Avrebbe preferito entrare in una misera capanna con l’ingresso ostruito dalle erbacce o in una povera casupola col tetto di paglia. Dichiarò che non avrebbe mai visitato persone che mancavano di fede, anche se l’avessero accolta appendendo festoni sacri per mille giorni, ma che sarebbe andata in una casa di gente che ha fede, anche se fossero stati in lutto per la morte di un genitore. Lamentandosi che il paese è invaso dalle persone che offendono la Legge, gli dèi benevolenti l’hanno abbandonato e sono saliti al cielo. “Coloro che hanno un cuore impuro” sono le persone che rifiutano di abbracciare il Sutra del Loto, com’è scritto nel quinto volume del sutra. Se gli dèi stessi considerano le offerte di coloro che offendono la Legge più abominevoli delle “fiamme di rame incandescente”, come potremmo accettarle noi persone comuni? Può un figlio accettare regali offerti da chi ha ucciso i suoi genitori? Persino i santi e i saggi non possono evitare l’inferno d’incessante sofferenza se accettano offerte da chi offende la Legge. Non devi neanche frequentare queste persone, perché facendolo condividi la loro colpa. Questo è ciò che devi temere più di tutto.

                  Il Budda Shakyamuni è il padre, il sovrano e il maestro di tutti i Budda, di tutti gli dèi, dell’intera assemblea di esseri umani e celesti e di tutti gli esseri viventi. Quale dio celeste o divinità benevolente sarebbe felice se Shakyamuni fosse ucciso? Oggi tutta la gente del nostro paese ha dimostrato di essere nemica di Shakyamuni, ma più dei laici, uomini o donne, i peggiori nemici del Budda sono i preti dalla sapienza e dal cuore distorti. Ci sono due tipi di sapienza, quella corretta e quella distorta. Per quanto sapiente una persona possa sembrare, se afferma dottrine distorte non devi darle ascolto. E non devi nemmeno seguire i preti solo perché sono venerabili o d’alto rango. Ma se una persona, per quanto sembri umile, ha la saggezza di comprendere il vero significato del Sutra del Loto, onorala e servila come fosse un Tathagata vivente. Così è scritto nel sutra6. Per questo motivo il Gran Maestro Dengyo dice che i laici, uomini o donne, che credono in questo sutra, anche se mancano di comprensione o violano i precetti, dovrebbero sedere più in alto dei preti che osservano strettamente i duecentocinquanta precetti degli insegnamenti hinayana e mai sedersi in una posizione inferiore. A maggior ragione ciò vale per i preti di questo sutra mahayana.

                    Il prete Ryokan del tempio Gokuraku è considerato un Tathagata vivente, ma gli uomini e le donne che credono nel Sutra del Loto dovrebbero sedere più in alto di lui. È straordinario come questo Ryokan, che osserva i duecentocinquanta precetti, si infurii e guardi con odio me, Nichiren, ogni volta che mi incontra. Il sapiente è stato posseduto da un demone. È come una persona che in genere è calma, ma che, quando si ubriaca, rivela il proprio lato negativo e causa guai agli altri. Prima di predicare il Sutra del Loto, il Budda insegnava che chi faceva offerte a Mahakashyapa, Shariputra, Maudgalyayana [e Subhuti] sarebbe caduto nei tre cattivi sentieri. Disse che la mente di questi quattro grandi ascoltatori della voce era inferiore a quella dei cani o delle volpi. Questi quattro grandi ascoltatori della voce si attenevano ai duecentocinquanta precetti in modo adamantino e la loro osservanza delle tremila regole di condotta era perfetta come la luna piena della quindicesima notte, eppure, finché non abbracciarono il Sutra del Loto, venivano aspramente criticati dal Budda. Tanto più avrebbe criticato i preti di oggi, che sono inferiori a loro!

                      I monaci dei templi Kencho ed Engaku7 hanno infranto il codice delle cerimonie e i precetti in modo così flagrante da farli somigliare a una montagna ridotta in briciole. La loro condotta licenziosa è simile a quella delle scimmie. È inutile, assolutamente inutile, cercare la salvezza nella prossima vita facendo offerte a tali preti. Non c’è alcun dubbio che le divinità protettrici abbiano abbandonato il nostro paese. Molto tempo fa, gli dèi celesti e le divinità benevolenti, i bodhisattva e gli ascoltatori della voce fecero voto all’unisono davanti al Budda Shakyamuni che, se fosse esistito un paese ostile al Sutra del Loto, essi sarebbero apparsi sotto forma di brina e grandine nel sesto mese per portare carestia al paese o si sarebbero trasformati in insetti per divorare i cinque cereali8; avrebbero causato siccità e inondazioni per devastare campi e poderi; si sarebbero tramutati in forti venti per spazzar via la popolazione; si sarebbero trasformati in demoni per farla soffrire. Così parlarono tutti. Anche il Grande Bodhisattva Hachiman era presente. Non teme di rompere il giuramento fatto sul Picco dell’Aquila? Se viene meno alla sua promessa, sarà sicuramente condannato all’inferno d’incessante sofferenza. Una prospettiva tremenda e orribile. Fino a quando l’inviato del Budda non è apparso davvero in questo mondo per diffondere il Sutra del Loto, i governanti non erano ostili al sutra stesso perché riverivano tutti i sutra allo stesso modo.

                        Ma ora che io sto diffondendo il Sutra del Loto come inviato del Budda, tutti, dal governante al più umile suddito, sono diventati denigratori dell’insegnamento corretto. Finora Hachiman ha fatto il possibile per impedire che la gente di questo paese diventasse ostile al Sutra del Loto, essendo riluttante ad abbandonarla, come i genitori lo sarebbero ad abbandonare l’unico figlio, anche se questi si comportasse male nei loro confronti. Ma ora, per paura di rompere il giuramento fatto al Picco dell’Aquila, ha distrutto il proprio santuario ed è salito in cielo. Ciò nonostante, se ci fosse un devoto del Sutra del Loto pronto a dare il suo corpo e la sua vita per esso, Hachiman dimorerebbe sul suo capo. Ma dopo che Hachiman e la Dea del Sole sono saliti in cielo, come potevano le altre divinità rimanere nei propri santuari? Anche se non avessero voluto andarsene, come avrebbero potuto rimanere un giorno di più dopo che io le ho accusate di non tenere fede alla promessa che fecero sul Picco dell’Aquila? Una persona può esser ladra, ma, finché nessuno lo sa, può vivere ovunque desideri. Se però viene denunciata come tale da qualcuno che la conosce, è costretta a lasciare la propria dimora contro la sua volontà. Allo stesso modo, poiché io so del loro voto, gli dèi sono costretti ad abbandonare i propri santuari. Contrariamente a quanto si crede, questo paese è diventato la dimora di demoni malvagi. Che cosa tremenda!

                          Molti hanno diffuso i vari insegnamenti esposti dal Budda durante la sua vita, ma finora nessuno, neanche T’ien-t’ai e Dengyo, ha insegnato il più importante di tutti9. Così doveva essere, perché questo è l’insegnamento che deve essere propagato nei primi cinquecento anni dell’Ultimo giorno della Legge con l’avvento del Bodhisattva Pratiche Superiori.

                            A qualunque costo, mantieni sempre una salda fede in questo sutra [del Loto]. Allora, all’ultimo istante della vita, sarai accolto da mille Budda che ti condurranno subito alla pura terra del Picco dell’Aquila dove potrai godere la gioia senza limiti della Legge. Se la tua fede si indebolisce e non raggiungi la Buddità in questa esistenza, non rimproverare me. Saresti come un malato che rifiuta di prendere la buona medicina prescritta e prende invece del veleno. Se la malattia non guarisce, non pensa che la colpa sia sua, ma biasima il medico. Fede in questo sutra significa che conseguirai sicuramente la Buddità se rimarrai fedele al Sutra del Loto nella sua interezza, aderendo esattamente ai suoi insegnamenti senza aggiungere idee personali o seguire interpretazioni arbitrarie di altri.

                              Diventare un Budda non è niente di straordinario. Se reciti Nam-myoho-renge-kyo con tutto il tuo cuore, sarai naturalmente dotato delle trentadue caratteristiche maggiori e degli ottanta segni minori del Budda. Come dice la frase del sutra: «[All’inizio ho fatto il voto di] rendere tutte le persone uguali a me, senza alcuna distinzione tra noi»10, potrai facilmente diventare un Budda pari a Shakyamuni. L’uovo di un uccello all’inizio contiene solo acqua, ma da questa acqua, senza l’intervento di nessuno, si sviluppano un becco, due occhi e tutto il resto e infine un uccello che vola nel cielo. Anche noi, benché abbiamo un corpo vile chiuso nel guscio dell’ignoranza, covati dalla recitazione di Nam-myoho-renge-kyo, che è come il calore della mamma uccello, sviluppiamo il becco delle trentadue caratteristiche maggiori del Budda e le piume degli ottanta segni minori e possiamo volare nel cielo del vero aspetto di tutti i fenomeni e della realtà di tutte le cose. Questo è il significato del passo di un sutra che afferma: «Tutti gli uomini sono rinchiusi nel guscio dell’ignoranza senza il becco della saggezza. Il Budda ritorna in questo mondo, in cui i santi convivono con gli esseri comuni soggetti alla trasmigrazione con differenze e limitazioni11, come la mamma uccello ritorna al nido, e rompe il guscio dell’ignoranza affinché tutti gli uomini, come gli uccellini, possano lasciare il nido e librarsi nel cielo della natura essenziale dei fenomeni e della realtà di tutte le cose»12.

                                Con “comprensione senza fede” si intendono coloro che capiscono a fondo le dottrine buddiste, ma mancano di fede: costoro non potranno mai conseguire la Buddità. Le persone di “fede senza comprensione”, benché non comprendano, hanno fede e possono conseguire la Buddità. Queste non sono soltanto parole mie, lo spiega chiaramente il secondo volume del Sutra del Loto, nel quale il Budda afferma: «Tu stesso, Shariputra, nel caso di questo sutra sei riuscito ad accedervi solo grazie alla fede […] non in virtù di una loro particolare saggezza»13. Questo vuol dire che persino Shariputra, insuperato per la sua saggezza, poté conseguire la Buddità solo credendo fermamente nel sutra; la sola saggezza non lo portò all’illuminazione. E, se persino Shariputra non poté conseguire la Buddità con la propria saggezza, noi persone comuni con la nostra limitata conoscenza delle dottrine come possiamo sognarci di ottenere l’illuminazione se non abbiamo fede? Il Budda spiega che la gente dell’Ultimo giorno della Legge, pur avendo una conoscenza superficiale delle dottrine, sarà arrogante, non rispetterà i preti, trascurerà la Legge e cadrà quindi nei cattivi sentieri. Chi comprende veramente gli insegnamenti buddisti, dovrebbe dimostrarlo rispettando il prete, venerando la Legge e facendo offerte al Budda. Il Budda Shakyamuni non è fra noi ora, quindi devi rispettare il maestro dalla saggezza illuminata come faresti col Budda stesso. Allora sarà impossibile che tu non riceva benefici. Chi desidera la felicità nella prossima vita deve rinunciare al desiderio di fama e ricchezza e rispettare il prete che insegna il Sutra del Loto come un Tathagata vivente, per quanto umile possa essere. Così è scritto nel sutra.

                                  Oggi la scuola Zen vìola le cinque virtù costanti di benevolenza, rettitudine, decoro, saggezza e buona fede. Onorare i sapienti e i virtuosi, rispettare gli anziani e proteggere i giovani sono regole universali di comportamento sia nelle scritture buddiste che in quelle non buddiste. Ma i preti Zen, anche quelli che fino a ieri o all’altro ieri non erano che zotici villani incapaci di distinguere il bianco dal nero, adesso che indossano la tonaca, sono diventati così presuntuosi da disprezzare i preti istruiti e virtuosi delle scuole Tendai e della Vera parola. Non rispettano nessuna delle regole di condotta e pensano di essere superiori agli altri. Sono così insolenti che persino gli animali si comportano meglio di loro. Il Gran Maestro Dengyo scrive che la lontra fa offerta del pesce che ha catturato14, il corvo della foresta porta il cibo ai genitori e ai nonni, la colomba ha cura di appollaiarsi tre rami più in basso di suo padre, l’oca selvatica non rompe la formazione di volo e l’agnello s’inginocchia per bere il latte della madre. Egli si chiede: se umili animali si comportano con tale decoro, come possono gli esseri umani mancare così tanto di cortesia? Secondo le parole di Dengyo, è ovvio che i preti della scuola Zen siano così confusi riguardo al Buddismo se ignorano persino come ci si dovrebbe comportare. Essi agiscono come Papiyas, il demone celeste.

                                    Cerca di comprendere bene quello che ti ho insegnato qui e continua la tua pratica senza negligenza, devotamente credendo nell’unico sutra che consiste di otto volumi e ventotto capitoli. Quando desideri vedermi, prega tutti i giorni rivolto verso il sole e una volta al giorno la mia immagine vi sarà riflessa. Fatti leggere questa lettera dal prete che è il mio messaggero. Fidati di lui come di un prete dalla saggezza illuminata e ponigli qualunque domanda tu possa avere su questo insegnamento. Se non fai domande e non risolvi i tuoi dubbi, non puoi disperdere le oscure nuvole dell’illusione, così come non potresti percorrere mille miglia senza gambe. Fatti leggere questa lettera più e più volte e ascolta con attenzione.

                                      Aspettando di incontrarti ancora, concludo qui.

                                        Rispettosamente,

                                          Nichiren

                                            Il secondo mese del terzo anno di Koan (1280)

                                              A Niike

                                                  Cenni Storici

                                                  Nichiren Daishonin scrisse questa lettera nel secondo mese del 1280, indirizzandola a Niike Saemon-no-jo, un funzionario dello shogunato di Kamakura. Niike era originario del villaggio omonimo, nel distretto di Iwata della provincia di Totomi. Insieme alla moglie era stato convertito agli insegnamenti del Daishonin da Nikko Shonin e in seguito entrambi avevano mantenuto la loro fede nonostante le pressioni del governo.

                                                  Nichiren Daishonin inizia la lettera ricordando a Niike quale grande fortuna sia essere nato nell’Ultimo giorno della Legge con la missione di propagare nel mondo il corretto insegnamento del Buddismo, ma allo stesso tempo quanto sconsiderato sarebbe professare la fede nel Sutra del Loto per poi offenderlo con il proprio comportamento. La conseguenza sarebbe infatti la caduta in uno dei “cattivi sentieri” dell’esistenza, indipendentemente dalla propria condizione o ruolo. Citando l’esempio dell’uccello che soffre il freddo, il Daishonin esorta i credenti a non cedere mai alla negligenza, e a non farsi sviare da fama e fortuna.

                                                  Dopo aver ricordato lo stato deplorevole in cui versava il paese e il declino del clero buddista, il Daishonin illustra lo scopo del Sutra del Loto paragonando una persona all’uovo: così come i fluidi dell’uovo si trasformano gradualmente in uccello, l’illuminazione esiste potenzialmente nella vita umana. Conclude la lettera affermando che la chiave dell’illuminazione è la fede nel Gohonzon.

                                                  Note

                                                  1. Cinque organi interni: fegato, polmoni, cuore, reni e milza.
                                                  2. Gli eminenti princìpi del Sutra del Loto.
                                                  3. «Tigre dell’impermanenza»: o tigre della morte; è una immagine tratta da un passo del Trattato sulla grande perfezione della saggezza nel quale è scritto che, nonostante la freschezza dell’acqua e l’abbondanza dell’erba, le pecore restano affamate per paura della tigre feroce.
                                                  4. Un pollice, in quanto unità di misura, è circa un decimo del piede. La parola giapponese ma, “demone”, in questo caso indica la forza che cerca di contrastare lo spirito di ricerca nei confronti della Legge.
                                                  5. Santuario di Kasuga: importante santuario di Nara, legato alla famiglia Fujiwara.
                                                  6. Il capitolo “Maestro della Legge” recita: «Se nel mondo malvagio che seguirà la mia estinzione ci saranno persone capaci di abbracciare questo sutra, giungi le mani in segno di rispetto e offri loro doni come faresti per l’Onorato dal Mondo» (Il Sutra del Loto, cap. 10, p. 234).
                                                  7. I templi Kencho ed Engaku: due dei cinque maggiori templi Zen di Kamakura, fondati rispettivamente dal reggente Hojo Tokiyori nel 1253 e dal reggente Hojo Tokimune nel 1278.
                                                  8. Cinque cereali: grano, riso, fagioli e due tipi di miglio. In questo contesto è un termine generico che indica tutte le granaglie.
                                                  9. Il più importante di tutti: si riferisce all’insegnamento che Shakyamuni trasmise al Bodhisattva Pratiche Superiori nel capitolo “Poteri sovrannaturali” del Sutra del Loto, insegnamento definito nel capitolo “Re della Medicina” come la Legge che si sarebbe propagata nell’ultimo periodo di cinquecento anni dopo l’estinzione di Shakyamuni.
                                                  10. Il Sutra del Loto, cap. 2, p. 80.
                                                  11. Riferimento alla trasmigrazione degli esseri non illuminati attraverso i sei sentieri. Si ritiene che gli esseri viventi ripetano il ciclo di rinascita nei sei mondi inferiori, caratterizzati dall’illusione, con vite di durata limitata e di forme diverse a seconda del loro karma.
                                                  12. Fonte sconosciuta.
                                                  13. Il Sutra del Loto, cap. 3, pp. 124-125.
                                                  14. I cinesi credevano che quando una lontra non mangia una parte del pesce catturato, in realtà sta facendo un’offerta votiva. Questa leggenda si trova nel Libro dei riti confuciano.
                                                  La Biblioteca di Nichiren
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