QUALI SONO LE OFFERTE CHE SI FANNO AL GOHONZON E CHE SIGNIFICATO HANNO?
persone che pongono domande in una sala conferenze

Tradizionalmente, le principali offerte al Gohonzon sono i sempreverdi, le candele e l’incenso. Nichiren Daishonin afferma: «Sia che tu invochi il nome del Budda, che reciti il Sutra o semplicemente offra fiori e incenso, tutte le tue azioni virtuose metteranno nella tua vita buone radici e benefici» (RSND 1, 4).

Sullo stesso tema, scrive al discepolo Abutsu-bo: «Potresti pensare di aver fatto offerte alla Torre Preziosa del Tathagata Molti tesori, ma non è così. Le hai offerte a te stesso. […] Dovresti recitare Nam-myoho-renge-kyo con questa convinzione» (RSND,1, 264).

Fondamentali, dunque, sono la recitazione del Daimoku e la lettura del Sutra, ma se offriamo con sincerità sempreverdi, incenso e candele con lo spirito di lodare e aver gratitudine per il Gohonzon, otterremo benefici nella nostra vita come aveva affermato il Daishonin. Ciò non significa che se una persona non fa offerte non avrà una trasformazione positiva della sua vita.

Se si vuole andare a vedere nella tradizione, la triade di offerte (sempreverdi, incenso e candele) ha un significato simbolico: rappresenta le tre verità e le tre proprietà inerenti alla natura di Budda. Il sempreverde simbolizza la verità dell’esistenza temporanea, la proprietà fisica illuminata del Budda o la sua azione compassionevole. Le candele simboleggiano la verità di non-sostanzialità, la proprietà spirituale e la saggezza del Budda. L’incenso rappresenta la verità della Via di mezzo, la proprietà essenziale della vita del Budda o la proprietà della Legge.

Per quanto riguarda la specifica offerta di piante, il Budda Nichiren Daishonin non ha scritto che sia necessario un sempreverde, affermò invece che: «Recitare Nam-myoho-renge-kyo significa offrire il fiore del tesoro al Budda». La nostra recitazione del Daimoku rappresenta di per sé la miglior offerta del “fiore del tesoro”. È sulla base di questa considerazione che si offre un sempreverde, poiché simboleggia l’eternità. In Giappone si offre il profumato shikimi, ma nei paesi dove non è possibile reperire questa pianta se ne offrono di altro tipo.

Nichiren Daishonin, a proposito dei benefici che derivano dalle offerte, in una sua lettera intitolata I due tipi di fede, narra la storia del grande re indiano Ashoka. Indagando sulle sue vite precedenti, racconta di due giovani che, vedendo il Budda Shakyamuni e non avendo nulla da offrirgli, prepararono per lui una torta di fango e gliela donarono. Uno dei due, per quella offerta sincera, rinacque come re Ashoka. Nella lettera inviata al suo giovane discepolo Nanjo Tokimitsu, il Daishonin scrive: «Se fare offerte al Budda produce tali benefici, fare offerte al Sutra del Loto ne produrrà ben più grandi. Se l’offerta di una torta di fango ottenne una così meravigliosa ricompensa, quelle che otterrai tu con i tuoi vari doni saranno molto maggiori» (RSND, 1, 798).

Oltre ai sempreverdi, candele e incenso, prima del Gongyo della mattina si offre al Gohonzon una piccola vaschetta contenente acqua fresca, che si toglie prima del Gongyo della sera. La tradizione di offrire acqua ha origine in India dove la temperatura torrida rendeva l’acqua un bene prezioso ed era consuetudine offrirla agli ospiti. In seguito si cominciò a offrire acqua davanti alle tombe e ai templi buddisti.
Un’altra offerta al Gohonzon può essere del cibo, in particolare frutta. Anche suonare la campana è un’offerta.

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