Qual è il ruolo di ognuno di noi per cambiare la società? Al Centro Culturale Ikeda per la Pace di Milano, il 9 giugno si è tenuta la manifestazione dal titolo “Il Sole dei Diritti Umani – Il mio ruolo per cambiare il mondo” in cui attivisti, giornalisti e personalità di spicco hanno condiviso le loro esperienze per rispondere a questa domanda.

Durante la giornata si sono tenute anche performance artistiche e attività dedicate ai più piccoli, oltre alla mostra “Senzatomica, trasformare lo spirito umano per un mondo libero da armi nucleari” e all’esposizione fotografica “Viaggio in Afghanistan” di Ugo Panella, che documenta le iniziative di microcredito in India e Afghanistan.

Numerosi i temi affrontati. Dall’essere donna in questo millennio al valore delle differenze, per concludere infine con un focus sui diritti umani e sulle sfide attuali e future: 25 i relatori e le relatrici intervenuti nel corso della giornata. Ognuno di loro ha lasciato una “parola chiave” come espressione del proprio impegno personale.

La prima tavola rotonda è stata aperta da Vittoria Doretti, ideatrice e responsabile del Codice Rosa, un percorso di accoglienza al pronto soccorso delle vittime di violenza, che ha scelto la parola “avantinsieme” per sottolineare l’importanza di un lavoro corale di operatori e operatrici in vari campi per riconoscere e far fronte a violenza e discriminazione.

Per Maaike Beenes, rappresentante della campagna per l’abolizione delle armi nucleari ICAN, premio Nobel per la Pace nel 2017, la parola chiave è stata “io posso”, traduzione letterale di ICAN.

«Il nostro compito è far prendere consapevolezza alle persone di come vengano investiti i loro soldi e di come siano di fatto coinvolte nel finanziamento delle armi nucleari» ha affermato Benees.

È intervenuto Luca Lo Presti, presidente di Pangea, associazione attiva nella difesa dei diritti umani, con un’attenzione particolare a quelli delle donne.

«Scegliere di portare rispetto a noi stessi: è quello il momento in cui potremo portare rispetto anche agli altri – ha ribadito – i diritti umani sono responsabilità di tutti».

A moderare la conferenza su “Il valore delle differenze” è stata Daniela Di Capua, direttrice dello Sprar. «Agire coerentemente con i miei valori è la mia missione sul lavoro» ha affermato. «Nella società si sta diffondendo un sentimento di xenofobia, che nasce dalla percezione di una differenza troppo forte tra noi e l’altro».

Presente anche Susanna Prada, ex campionessa mondiale di Sci Nautico Figure e Slalom Disabili, che a 20 anni aveva già fondato un gruppo sportivo per non vedenti a Milano. Sono tre i punti cardine che l’hanno aiutata a raggiungere traguardi così importanti: «Avere le idee chiare sui propri obiettivi, ricordarsi che in ogni situazione possiamo fare qualcosa e avere fiducia nel fatto che una soluzione è sempre possibile».

L’assessore alle Politiche sociali e alla Cultura del Comune di Milano, Pierfrancesco Majorino, ha sottolineato che sviluppare la curiosità per l’altro ci permette di riconoscerne il valore ed è un antidoto alla xenofobia e alla paura.

Infine Moni Ovadia, attore, scrittore e attivista, introducendo la tavola rotonda sui diritti umani ha dichiarato che la dignità viene prima dei diritti.

Nessuno può esserne privato, e nessuno può essere obbligato a privarne qualcun altro.

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