Nella sede milanese dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, musica, video, performance, incontri con la società civile e la tavola rotonda “I Giovani e la Pace”. L’artista Uemon Ikeda presenta una mega installazione intitolata Fiori di Loto. Visite alle mostre Senzatomica e L’Eredità della vita

 

Centro Culturale per la Pace Daisaku

MILANO – “Pace, cultura, educazione”. È il titolo della Giornata organizzata dall’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, domenica 27 ottobre 2024, per celebrare i primi dieci anni del centro culturale Ikeda per la Pace. Situato sul Naviglio Grande, nel comune di Corsico e al confine con Milano, è uno dei più grandi centri buddisti in Europa. Con il suo Auditorium a forma di carpa dorata (simbolo buddista di coraggio e trasformazione), i grandi spazi verdi e l’antica Cascina Guardia di Sopra, è un luogo di culto aperto alla città, con iniziative in costante dialogo con la realtà circostante. Il centro è diventato in pochi anni anche una meta importante da visitare: nel 2023 il Fai, Fondo per l’Ambiente Italiano, lo ha inserito tra i suoi principali itinerari. 

Domenica 27 ottobre, dalle ore 15, una band musicale accoglierà i partecipanti nel foyer dell’Auditorium; quindi, nella grande sala da 900 posti, i saluti  istituzionali, con Anna Conti, vicepresidente dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai; Stefano Martino Ventura,  sindaco di Corsico; Diana De Marchi, consigliera del Comune di Milano e presidente della Commissione Pari opportunità e diritti civili. Gli appuntamenti della Giornata avranno come protagonisti i giovani. In un incontro con la società civile, i responsabili delle associazioni Emergency e ActionAid illustreranno i progetti sostenuti dalla Soka Gakkai italiana con i fondi dell’8 per mille. Poi, dopo la performance di un’artista circense, si aprirà una tavola rotonda sul tema “I Giovani e la Pace” con i rappresentanti di altre confessioni religiose. All’esterno del Centro, l’artista giapponese Uemon Ikeda inaugurerà l’installazione di grandi dimensioni intitolata “Fiori di Loto”, realizzata in collaborazione con l’artista Yuji Matsunaga e con l’apporto di giovani artisti. Otto giganteschi fiori di loto stilizzati si estendono sul vasto prato del Centro culturale per la Pace: architetture aeree che prendono vita grazie a sottili fili rossi di lana e seta intessuti e intersecati tra loro, in un’interazione fra la trama e l’ordito del tessuto che è anche una metafora della relazione buddista tra maestro e discepolo. Il reticolo di geometrie occupa l’intero spazio verde e lo specchio d’acqua antistante l’Auditorium, fino al confine con la Cascina viscontea: creazioni sospese tra la terra e il cielo, libere di espandersi in una “rete” di reciprocità e interdipendenza.

Si potranno inoltre visitare due mostre, promosse dall’Istituto Buddista: “Senzatomica – trasformare lo spirito umano per un mondo libero da armi nucleari”, già presentata a Brescia e a Roma, si inserisce in una campagna mondiale per la sensibilizzazione al disarmo nucleare, condotta insieme con ICAN, premio Nobel per la Pace 2017. In mostra anche testimonianze video di sopravvissuti (Hibakusha) ai bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki. Ascoltarne le voci è fondamentale, soprattutto in un momento di crescenti tensioni internazionali: gli Hibakusha hanno dimostrato, “attraverso testimonianze dirette, che le armi nucleari non devono mai più essere usate” come recita la motivazione per l’assegnazione del Premio Nobel per la Pace 2024 a Nihon Hidankyo, l’organizzazione giapponese dei sopravvissuti alle esplosioni del 1945. La mostra “l’Eredità della vita: il clima è una scelta salviamo il futuro”, dedicata al rispetto dell’ambiente, si propone di far sorgere interiormente una necessità, una promessa, che renda tutti gli esseri umani responsabili del clima.

L’artista UEMON IKEDA

Uemon Ikeda è nato in Giappone, ma vive e lavora a Roma dagli anni ’70. Dopo il diploma all’Accademia delle Belle Arti di Roma, nel 1977, ha esposto in importanti gallerie di Roma e di Tokyo e dal 1987 è presente in significative rassegne internazionali di arte contemporanea. Le sue scelte espressive si concentrano su aspetti concettuali declinandosi in codici linguistici differenziati che oscillano dalla pittura all’architettura, dal disegno all’installazione fino alla scrittura. Le sue “architetture aeree” sono opere effimere, realizzate con un filo di lana e seta, che sapientemente intessuto dall’artista, palesa le forme ideali di architetture sospese all’interno di luoghi pubblici e di interesse culturale.

Le sue opere temporanee sono state esposte in molti scenari simbolici di Roma, tra questi gli spazi esterni della Sinagoga-Tempio Maggiore di Roma, Piazza Farnese, il giardino di Villa Borghese, la piazza del Campidoglio, la piazza del MAXXI, il Palazzo Reale a Napoli.

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