PER UNA SOCIETA’ GLOBALE SOSTENIBILE
ogni persona è protagonista del cambiamento

Daisaku Ikeda – 2012

Questo testo, presentato alla Conferenza mondiale sull’ambiente di Rio de Janeiro 2012 dal titolo “Il futuro che vogliamo“, è rivolto a tutti gli abitanti della Terra che, come vicini di casa, condividono questo pianeta e devono imparare a sviluppare una visione chiara di quale dovrebbe essere il rapporto ideale tra l’umanità e il globo terracqueo.
Questa indispensabile visione diventerà realtà solo se sarà percepita come un impegno individuale da un numero sempre maggiore di persone, riflessa nella vita quotidiana e riconosciuta come una linea guida per
impostare nuovi stili di vita. Ogni persona deve sentirsi autorizzata ad agire da protagonista per proteggere la dignità inalienabile della vita e il valore insostituibile di ciò che la circonda, generando onde di cambiamento nelle comunità e nella società intera.  Senza questa presa di coscienza non si avrà mai una vera trasformazione.

Punti chiave

In questa proposta, il presidente della SGI Daisaku Ikeda offre suggerimenti precisi da sottoporre all’attenzione della Conferenza Rio+20, concentrandosi su tre macro-argomenti:

1. Cominciare a stabilire un insieme di obiettivi condivisi per un futuro sostenibile

Un nuovo insieme di obiettivi per uno sviluppo sostenibile – come emanazione degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio – dovrebbe fungere da catalizzatore per promuovere un cambiamento positivo nelle persone in
vista della costruzione di una società globale. Al centro di questi obiettivi deve esserci un impegno lungimirante teso al benessere dell’umanità intera e della comunità globale. Fra i concetti cardine ci sono la sicurezza umana, il potere morbido e l’economia verde. I nuovi obiettivi devono avere come luogo fulcro delle proprie azioni la comunità. Gli obiettivi di sviluppo sostenibile devono riguardare anche le città, collegate da un sistema che ne potenzi la capacità di condividere il sapere tecnologico e le prassi migliori.

Alcuni esempi di impegno proattivo delle comunità locali possono essere:
• progetti di forestazione per tutelare l’ecologia locale
• sforzi incentrati sui singoli cittadini per creare comunità maggiormente resilienti di fronte ai disastri
• connessione con altre comunità per aumentare il livello di produttività e consumo locali
• rendere la riduzione e il riciclaggio dei rifiuti parte integrante della vita di ogni persona
• favorire l’introduzione di energie rinnovabili.

2. Istituire una nuova organizzazione internazionale attraverso la fusione di agenzie delle Nazioni Unite che si occupano di ambiente e sviluppo

Serve una “organizzazione globale per lo sviluppo sostenibile” che sia il prodotto di una trasformazione audace e qualitativa del sistema attuale, in sintonia con le seguenti linee:

• Consolidamento delle sezioni e agenzie pertinenti, fra cui l’UNDP e l’UNEP
Dobbiamo sviluppare la capacità istituzionale di gettare le fondamenta per una vita dignitosa e di attuare risposte esaustive che diano priorità ai bisogni reali e manifesti delle persone.
• Partecipazione alle delibere della nuova organizzazione da parte di tutti i governi interessati
Attualmente, sia l’UNDP, sia l’UNEP sono strutturati in modo che solo gli stati membri dei rispettivi consigli direttivi possono esprimere decisioni vincolanti. Data l’importanza dello sviluppo sostenibile e la vastità delle questioni e dei settori coinvolti, dobbiamo garantire la piena partecipazione a tutti gli stati che lo desiderino.
• Piena collaborazione con la società civile
La Conferenza Rio+20 deve rappresentare l’occasione per sancire la collaborazione fra le Nazioni Unite e l’intero ventaglio di attori della società civile, fra cui ONG, istituti accademici, di ricerca e di affari che sono il centro di qualunque ristrutturazione istituzionale.
• Partecipazione attiva e coinvolgimento dei giovani
Bisogna costituire un “comitato delle generazioni future” come forum in cui i rappresentanti dei giovani di tutto il mondo possano valutare percorsi per un futuro sostenibile e consigliare la nuova organizzazione sostenibile sui piani e le politiche annuali.

3. Raccomandare all’Assemblea Generale dell’ONU la creazione di un ulteriore contesto educativo che favorisca la sostenibilità

Un “programma educativo per una società globale sostenibile” a partire dal 2015 deve inserirsi nel solco del Decennio dell’educazione a uno sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (2005-2014). Nel contesto successivo al Decennio si deve puntare a coltivare le capacità di un gran numero di persone che possono essere i veri portatori di cambiamento, tramite la diffusione di un’ondata trasformativa nelle comunità e nelle società. Le qualità di un’educazione basata sulla comunità in un quadro istituzionale successivo al decennio dovrebbero comprendere:
• Non limitarsi a fornire semplicemente la conoscenza dell’ambiente naturale, delle usanze e della storia della comunità locale, ma stimolare la determinazione a valorizzarli.
• Ispirare un profondo apprezzamento per i modi in cui l’ambiente circostante, comprese le attività produttive ed economiche degli altri abitanti della comunità, migliora la nostra vita, con la finalità di incoraggiare azioni basate su tale apprezzamento.
• Mettere in grado le persone di considerare i problemi della comunità locale come qualcosa che va tutelato per il bene delle generazioni future e per il tipo di società che vogliamo costruire.

Lo scopo finale è mettere le persone in grado di passare dall’empowerment all’assunzione di un ruolo di primo piano all’interno delle proprie comunità, e incoraggiare gli individui a essere protagonisti e a valorizzare l’inalienabile dignità di ogni persona e l’insostituibile valore di tutto ciò che ci circonda.

In tutte queste proposte l’attenzione è centrata sul tipo di empowerment che fa emergere il potenziale davvero illimitato che ciascuno di noi possiede. Le risorse materiali sono limitate, ma il potenziale umano è infinito, così come la nostra capacità di creare valore. Il vero significato della sostenibilità sta nel concetto dinamico della costante ricerca o competizione per creare valore positivo e condividerlo con il mondo e con l’avvenire.
È fondamentale essere solidi – per trovare un punto di riferimento da cui percepire l’impatto delle proprie azioni e sentire che stiamo facendo progressi concreti nel trasformare la realtà.

Questo è il ruolo della comunità locale. Se non siamo in grado di incidere nell’ambito delle nostre relazioni e dell’ambiente più prossimi, non possiamo sperare di fare la differenza per il pianeta o per il lontano futuro. Non dobbiamo considerare la ricerca della sostenibilità semplicemente come una questione di adeguamento delle politiche allo scopo di ottenere un migliore equilibrio fra imperativi economici ed ecologici.
Piuttosto, la sostenibilità va intesa come una sfida e un’impresa che richiede l’impegno di ogni individuo. In senso profondo, la sostenibilità è il lavoro di costruire una società che assegna la priorità più alta alla dignità della vita.

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